di Adelina B. Scorda
BRANCALEONE – S’indaga sul movente dell’omicidio di Tatiana Kuropatyk, la quarantenne ucraina ritrovata semi carbonizzata, ieri pomeriggio dai carabinieri di Bianco, in via Pantano Piccolo a pochi metri dalla spiaggia di Brancaleone. Per il momento solo supposizioni si formulano osservando il suo corpo, l’ipotesi è di una possibile violenza precedente l’omicidio anche se solo le verifiche autoptiche, previste per domani o al più tardi giovedì mattina, potranno chiarire se c’è stata anche violenza sessuale.
Una relazione alle spalle, e una intrapresa da poco, faceva la badante Tatiana, era arrivata da qualche anno dall’Ucraina, come molte sue connazionali, era venuta in Italia, con la speranza di una vita migliore, di un lavoro migliore con cui aiutare la sua famiglia. Il coraggio e il sacrificio di una donna, la volontà di non arrendersi, tutto questo è stato stroncato brutalmente. Da domenica non si avevano più notizie, la sua scomparsa denunciata alle forze dell’ordine, ma una telefonata anonima nel pomeriggio di ieri conduce alla tragica scoperta. E’ toccato all’anziana donna a cui Tatiana faceva da qualche tempo la badante il duro compito di riconoscerla. L’inchiesta attualmente coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Cosentino e su cui indagano gli uomini del capitano Francesco Donvito e del maggiore Alessandro Mucci, stanno vagliando ogni singola ipotesi nel tentativo di ricostruire e ritrovare attraverso le amicizie della vittima e le sue ultime ore di vita un elemento che li possa condurre sulle tracce dell’assassino. Intanto, due sono gli uomini nel mirino degli inquirenti, forse proprio quegli uomini che rappresentavano il passato e il futuro di Tatiana, futuro che oggi non esiste più. La sua vita spezzata da oggi inserita in quel lunghissimo elenco di donne vittime di violenza.