R. & P.
Tracce dell’antica Sperlinga riemergono tra rocce e detriti del borgo di Brancaleone Vetus, si delinea così la certezza di ciò che per anni si è ipotizzato e studiato.
A darne notizia è proprio Sebastiano Stranges (noto archeologo e ricercatore, attivo collaboratore nella gestione del Parco Archeologico Urbano di Brancaleone a cura della Pro-Loco di Brancaleone).
Lo stesso ci riferisce, che giorni scorsi, durate uno dei consueti sopralluoghi di routine nella zona detta “Calvario” che si trova poco prima dell’abitato, effettuati con Carmine Verduci (Presidente della Pro-Loco) ci siamo trovati davanti delle grotte interrate da detriti di frana, abbiamo subito capito che si tratta di grotte che non sono state mai censite dagli studiosi perché praticamente nascosti dalla vegetazione.
Già l’antico di Brancaleone anticamente era Sperlinga dal Greco Spelingx che vuol dire caverna-spelonca-grotta , e Brancaleone non si smentisce in questo che sembra confermare ipotesi e teorie.
Proprio l’anno scorso assieme a Carmine Verduci e Carlo Fiumanò abbiamo trovato altre grotte a Brancaleone, e la pubblicazione è stata consegnata alla pagine dei quotidiani locali che hanno varcato i confini regionali. Successivamente, abbiamo potuto effettuare altri rilievi riscoprendo la presenza di altre tre grotte ad ovest e a Nord del nucleo abitato che le macerie di vari crolli avevano occultato nel tempo.
Alla fine degli anni ’80 e poi nei primi anni’90, pubblicai alcune ricerche e ritrovamenti di grotte in stile “necropoli” dell’età del ferro, del tutto simili a quelle di Locri e Gerace (dei territori di Ianchina, Canale e Stefanelli)o di Pantalica in Sicilia, tombe conosciute con il nome di “grotticelle”. Bisogna dire che alla fine dell’età del bronzo e per tutta la durata dell’età del ferro la Calabria e buona parte della Sicilia , erano abitate da una popolazione conosciuta come Enotri discendenti dagli Ausoni e Japigi (eredi culturali del Re Italo).
E’ quindi probabile che le grotte di Brancaleone furono rimaneggiate nei periodi successivi e da tombe a grotticella diventarono nel periodo Bizantino degli asceteri/ romitori o cenobi. Ma fu durante il IX° sec. d. C. che per ragioni militari un contingente Armeno a seguito di Niceforo Foca (il nonno), si stanziò tra Bruzzano (conosciuto come Rocca degli Armeni), e Brancaleone Vetus. Qui ubicarono due castelli scavati nella roccia, non dissimili a quello di Potamìa (l’attuale San Luca in Aspromonte).
Il contingente armeno venne in Calabria per contrastare l’occupazione araba, che già aveva preso Reggio e gran parte della Sicilia . La toponomastica , l’onomastica e molti vocaboli sul territorio sono rimasti Armeni, così come l’archeologia.
A Brancaleone, di notevole importanza archeologica e storica rimane una chiesa a forma circolare scavata nella roccia, dove si rinvengono un pilastro centrale a forma di albero, che nella cultura Armena rappresenta l’albero della vita, all’interno vi è un altare con croce astile incisa sormontata da tre crocette ed un pavone inciso stilizzato, in questa grotta sono presenti una vasca scavata vicino all’altare, che fu il probabile fonte battesimale, e all’opposto un altro scavo circolare dove si rinvengono materiali refrattari, segno dell’accensioni di fuochi.
Nell’area dell’antico abitato, ci sono altre grotte celate da interramenti per cause di frane e fenomeni vari. Ma quest’ultima scoperta ci è sembrata degna di attenzione, poiché fuoriesce dal terreno con un arco accennato con doppia traccia sulla sommità della porta.
Crediamo che il nome antico di Brancaleone potrà fornire ancora ulteriori altri elementi di interesse, poichè in tutto il territorio circostante, ritroviamo resti di numerose grotte, alcune crollate, altre trasformate o distrutte dall’azione antropica .
Brancaleone come Zungri (VV)e Matera appartengono ad una civiltà che probabilmente viene da molto lontano, le cui vestigia si trovano, in Armenia, in Georgia come nella Cappadocia. Auspichiamo che un approfondimento stratigrafico del sito le ricerche archeologiche possano finalmente aprire nuove e interessanti ipotesi storiche fino ad ora trascurate.