di Bruno Grenci*
Con l’approvazione della legge elettorale che va sotto il nome di “ITALICUM”, la leadership di Matteo Renzi si rafforza e ottiene un ulteriore impulso nel prosieguo delle sue principali parole d’ordine: “l’Italia cambiaverso”, “la svolta buona”, “rottamazione”.
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La data odierna ritengo sia da paragonare alla vittoria alle primarie per segretario del partito democratico, svoltesi l’8 dicembre 2013, e all’affermazione col 41% alle elezioni europee del maggio 2014.
Con Renzi finisce il tempo della politica cosiddetta autoreferenziale , ovvero bivacco di una casta o corporazione che metteva al primo posto il proprio potere e i propri privilegi, senza mai decidere e senza mai operare. Questo è avvenuto negli ultimi venti anni. Sia a destra che a sinistra. Una casta che si automanteneva e si autoconservava; che galleggiava sui rimandi e sul non decidere. Tutto ciò è finito. Può darsi che ci siano errori ma non si può rimandare e rimandare senza presentare risposte e cambiamenti al Paese. Ed è Renzi in prima persona che si gioca tutto e che lo dice. Con sfida e con alto senso del rischio.
E ha fatto bene, il presidente-segretario a dire con forza che non è interessato al potere ma di cambiare l’Italia e se ciò non è possibile di essere disposto ad andare a casa.
Ho scelto di stare col Matteo nazionale fin dall’ottobre 2010. E non mi pento di avere fatto questa scelta. Non opero dentro il partito democratico locale, peraltro quasi inesistente, però milito in iniziative nazionali, come la Leopolda che si tiene nell’ottobre di ogni anno a Firenze, e in numerose iniziative regionali e di zona. Mi duole il fatto che a Caulonia si è in questo pantano: sia nel bene che nel male la situazione depone a carico di coloro che si fregiano di essere i legittimati ad operare in nome del pd; tuttavia non mi sento minoranza e non mi duole essere considerato tale. Sento però che la politica conoscerà movimenti e sommovimenti; a tutti i livelli; allora ci divertiremo. Questa che la politica dev’essere anche Divertimento, in senso nobile, è una delle massime che Renzi recita alle Leopolde, ed è un assioma, guarda caso del ’68. Grazie a Renzi e al renzismo sento un’aria da divertimento: un rinnovato, moderno e de-ideologizzato ‘68. Il fatto che si sono ritrovati tutti assieme, da Brunetta ai 5 stelle, da Santanchè a Vendola a contestare e a dissentire è la conferma e la cartina di tornasole di quello che affermo. Ora faccio appello a coloro che ci credono e ci hanno creduto a Caulonia, nella Locride e nella Calabria a rilanciare e a non demordere.
Mi auspico pure che il segretario-presidente riesca a dialogare con la minoranza del partito e a unire il patrimonio che l’intera comunità democratica rappresenta.