di Gianluca Albanese
SIDERNO – L’operazione di “by-pass” dell’acqua necessaria all’irrigazione dei terreni agricoli, realizzata nei giorni scorsi, è stata “pubblicizzata” da diversi soggetti pubblici, in primis l’amministrazione comunale di Siderno, tanto che molti hanno percepito l’opera come un merito della Giunta Fuda, sebbene quest’ultima non abbia mai menato vanto di alcunché in merito. Il punto è che nella società in cui una sempre più larga fetta di pubblico legge le notizie solo quando vengono “linkate” nei social network, e con tutta la superficialità tipica di facebook e compagnia, i messaggi possono essere percepiti male. Ecco perché oggi, Lente Locale vuole ricostruire con precisione l’iter di quest’opera che, si badi bene, ha solo permesso di tamponare un’esigenza temporanea avvertita dagli agricoltori, nella misura del 70% circa del loro reale fabbisogno.
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Innanzitutto, la richiesta di utilizzazione della condotta Sorical in prossimità della diga su torrente Lordo, viene fatta lo scorso 25 maggio (sei giorni prima delle elezioni comunali di Siderno, dunque) dal Consorzio di Bonifica “Alto Jonio Reggino” (nella persona del presidente Arturo Costa) alla Sorical, sede centrale di Catanzaro «al fine di predisporre – è scritto nella richiesta – un allaccio temporaneo che consenta di distribuire almeno parzialmente l’acqua proveniente dalla condotta Zinnì, limitando i problemi causati dalla mancanza dell’invaso – si riferisce a quello della diga – durante la stagione irrigua».
La risposta della Sorical, attraverso il direttore della Gestione Operativa Sergio De Marco, è arrivata lo scorso 9 luglio, in cui informava tutti i soggetti destinatari della lettera (tra cui il Comune di Siderno) dell’anticipata consegna alla stazione appaltante dei corpi d’opera necessari a realizzare l’interconnessione, anche grazie a una serie di “micro-collaudi” in pendenza del collaudo definitivo.
Insomma, hanno agito alla svelta, considerati i tempi medi.
Resta una perplessità, peraltro sollevata da alcuni ambientalisti, che pensano che quanto realizzato nei giorni scorsi, possa creare un pericoloso precedente, tale da indurre a rendere definitivo ciò che è provvisorio, e soprattutto a non ripensare al ripristino della funzionalità della Diga sul Lordo.
La lettera della Sorical aveva già previsto tutto questo, esprimendosi senza mezzi termini.
Dopo aver chiarito che, nonostante il “by-pass” abbia dato momentaneo sollievo agli agricoltori «Verrà però nel contempo – scrive l’ingegner De Marco – a crearsi una situazione di potenziale crisi nel settore idropotabile che, come noto, sia oggi che ancora di più in una prospettiva a breve termine – con l’imminente entrata in esercizio del nuovo schema acquedottistico per Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica – confida sulle cospicue portate idriche derivabili dalla galleria subalvea della fiumara Torbido di località Zinnì».
Ma soprattutto, il dirigente Sorical spiega che «L’utilizzo di tale interconnessione va quindi considerata come una misura assolutamente temporanea, che in nessuna misura potrà considerarsi sostitutiva degli indispensabili interventi finalizzati ad un completo recupero della diga di Timpa di Pantaleo sul torrente Lordo» visto che «nell’infausta evenienza che abbiano ancora a protrarsi le attuali condizioni di svaso della diga sul Lordo, verrebbero ad essere del tutto prive di significato e di una possibile utilizzazione tutte le recenti realizzazioni acquedottistiche ad uso idropotabile afferenti la derivazione dell’invaso stesso, realizzate grazie ad un rilevante impiego di risorse comunitarie».
Non solo: Sorical chiarisce pure che se continuerà ad essere secca, la diga sul Lordo rischia di perdere l’integrità del nucleo centrale di tenuta, composto da argilla «con un potenziale danneggiamento permanente del nucleo stesso».
In conclusione, la Sorical chiede di essere informata su tutto quanto si vorrà fare per il ripristino della diga «come anche delle procedure presso la direzione generale per le dighe del Ministero, finalizzate alla revoca della attuale ordinanza di svaso» dichiarandosi altresì «A disposizione della Regione Calabria per fornire ogni azione di supporto finalizzata al pieno ripristino di una infrastruttura di così cruciale importanza nello scenario delle utilizzazioni idriche della Locride».