R. & P.
Finito il balletto dei commissari per la sanità, in Calabria è iniziato il balletto delle candidature alla presidenza della regione. Nel frattempo, i problemi che da tempo assillano la Calabria, e che la crisi pandemica ha aggravato in modo esponenziale, rimangono sullo sfondo.
La destra al governo sembra impermeabile alle preoccupazioni dei calabresi relativamente alla crisi economica, al disastro della sanità, alla programmazione dei fondi europei e del Recovery fund.
Evidentemente perché pensa che le scelte relative a questi problemi non debbano essere il frutto di un dibattito pubblico aperto, in cui venga coinvolta la cittadinanza e le sue rappresentanze, bensì di trattative fra potentati e prenditori vari, nella migliore tradizione dei gruppi di potere che da anni governano la Calabria.
Purtroppo anche il dibattito nel centro sinistra si sta avvitando su stesso.
A dispetto delle aspettative dei calabresi, prevale ancora la ricerca di “soluzioni” che possano, in qualche modo, garantire vecchi schemi e posizionamenti ormai consolidati.
Noi di Calabria Aperta abbiamo con fiducia e generosità partecipato ai tavoli di trattativa promossi dal PD per la costruzione di un’alleanza di centrosinistra, provando a far comprendere ai nostri interlocutori che in questa fase non c’è spazio per soluzioni che non abbiamo nel rinnovamento e nella discontinuità la loro principale essenza. Unità, rinnovamento, discontinuità. Solo in questo modo si può contendere alla destra il governo della regione ed imprimere alla stessa una svolta vera.
Rinnovamento nella rappresentanza, nuove idee per il futuro, per l’equità sociale, il diritto alla salute ed al lavoro dei calabresi, per il risanamento ambientale di una terra martoriata da decenni di politiche del territorio scellerate.
Purtroppo, alle nostre istanze si è risposto con tattiche dilatorie, nel tentativo di imporre soluzioni “last minute” sia per quanto riguarda la candidatura alla presidenza della regione che per quanto attiene al profilo ed al perimetro della coalizione. Nel frattempo, il rinvio delle elezioni ha sollecitato vecchi e nuovi protagonismi.
Per quanto ci riguarda, diciamo senza giri di parole che non solo c’è bisogno di netta discontinuità – di uomini e di idee – con il recente passato, ma anche di condivisione dei processi che porteranno alla costruzione di un auspicabile schieramento alternativo alle destre.
Vogliamo essere chiari: De Magistris può essere un interlocutore al pari di altre forze democratiche, progressiste, di sinistra, ecologiste della nostra regione, ma non può aspettarsi che la sinistra calabrese si limiti semplicemente a battergli le mani. Calabria Aperta, ben prima della sua discesa in campo, ha chiamato a raccolta le migliori forze democratiche e progressiste della regione per un progetto di vero cambiamento, sulla base di un manifesto firmato da ben 141 persone, tra militanti storici della sinistra, rappresentanti di partiti, intellettuali, giornalisti, accademici, sindacalisti, attivisti per i diritti civili ed ambientali.
Non solo.
Abbiamo messo a disposizione della Calabria nomi di uomini e donne di rilievo, capaci di assumere ruoli di governo per competenza ed esperienza. Questi nomi rimangono, non sono stati ritirati. Nel nostro ambito convivono esperienze di impegno civile, di rappresentanza delle categorie economiche e del lavoro, della formazione e della scuola, della cultura e dell’arte.
Senza presunzione, diciamo pertanto che chiunque voglia parlare di cambiamento in questa regione non possa trascurare il valore di una comunità di donne e di uomini come la nostra. Rimaniamo convinti, infine, che la coalizione del cambiamento non solo debba essere rinnovata e con un profilo di discontinuità rispetto al passato, ma debba essere anche larga, inclusiva, rappresentativa di tutte le forze democratiche e progressiste della regione. Non è tempo di avventure, ma di responsabilità.
21.01.2020
CALABRIA APERTA
UFFICIO STAMPA