di Redazione
REGGIO CALABRIA – “Reggio Calabria, l’intero comprensorio metropolitano e regionale, stanno vivendo ore complicatissime. Il Governo si attivi, insieme alla Regione, per intervenire con decisione sulle difficoltà generate dall’emergenza incendi. In queste ore diverse abitazioni sono state colpite, ieri una persona di 98 anni è morta a Cardeto, ci sono ettari ed ettari di coltivazioni e giardini distrutti dal fuoco, i danni ambientali sui boschi di montagne e colline sono elevatissimi e le forze in campo, pur con il loro meritorio lavoro, non riescono a fronteggiare la mole di fuoco che in queste ore si è abbattuta sul nostro territorio. Il Governo ha il dovere di intervenire. Al ministro Salvini, che continua a sbandierare il ponte sullo Stretto come panacea di tutti i mali, chiediamo di rivedere le sue priorità per la Calabria. Servono interventi urgenti per arginare l’emergenza e poi un serio piano di prevenzione per la mitigazione del rischio idrogeologico sul nostro territorio. Non si può più attendere oltre”.
Inizia così l’appello lanciato dal sindaco facente funzioni della Città Metropolitana, Carmelo Versace, che insieme ai componenti del Consiglio metropolitano, si rivolge al Governo chiedendo un innalzamento immediato del livello di attenzione sulla situazione dei roghi che da diversi giorni stanno colpendo le aree del reggino e l’intero territorio calabrese.
“L’intera cintura collinare della Città di Reggio Calabria e le aree del comprensorio metropolitano, dalla grecanica alla Locride, passando per la piana e la costa tirrenica, sembrano assediate da uno stato di guerra. Lo Stretto si è risvegliato e riaddormentato per almeno due giorni in una coltre di fumo impressionante che giunge anche dai roghi nei dirimpettai Peloritani – scrive ancora Versace – i centralini di Vigili del Fuoco, di Calabria Verde, della Protezione Civile e di tutte le Forze dell’Ordine, sono stati messi in tilt da centinaia di richieste di interventi emergenziali. La direzione dei Vigili del Fuoco è stata costretta a dichiarare, di fatto, lo stato di emergenza, raddoppiando i turni di servizio. E’ solo grazie al lavoro prezioso di queste persone se ad oggi è stato possibile fronteggiare la situazione. Ma il sacrificio dei soccorritori e dei professionisti del soccorso non basta e la situazione, in assenza di piogge in vista, potrebbe ulteriormente peggiorare”.
“Una condizione – spiega il facente funzioni della Città Metropolitana – complessivamente inaccettabile ad ogni livello ma soprattutto rispetto a quei precisi doveri ed a quelle competenze che chiamano in causa in primis il Governo a porre in essere, nei tempi opportuni, tutte quelle strategie di prevenzione che avrebbero anzitutto garantire i territori, oggi devastati, da questa inammissibile ed ulteriore ferita dopo il disastro ambientale di due anni fa che ha irrimediabilmente cancellato parti del nostro patrimonio boschivo di valore inestimabile, soprattutto dentro l’area Parco nazionale dell’Aspromonte”.
“Una lezione, quella di due anni fa, che obbligava le istituzioni calabresi a scelte radicali e ad un lavoro sui nuovi piani antincendio regionali non meramente amministrativo-burocratico ma di sostanza. Una sostanza che, va detto, non ci pare sia emersa in alcun modo. Soprattutto se consideriamo i fatti incontrovertibili ed i risultati disastrosi”.
“Come Città Metropolitana, in Consigli straordinari tenuti per quella emergenza del 2021 che aveva contato danni enormi e mietuto più vite umane, abbiamo fatto di tutto per andare incontro ad operatori, amministratori e popolazioni colpite, andando oltre finanche le nostre competenze formali. Abbiamo accolto il dolore, la disperazione ed il senso di rassegnazione di quei sindaci che si trovarono impotenti, senza strumenti o uomini o risorse di qualsiasi tipo per fronteggiare la violenza distruttiva delle fiamme. Abbiamo provato assieme, con processi sempre concertati, a trasformare questo dramma in una speranza investendo svariati milioni di euro per un piano molto serio di riforestazione che prevedere la piantumazione di oltre 100 mila alberi e con il supporto dell’Università e di ogni altro soggetto competente, chiedendo anche la necessaria deroga per trattare le aree già percorse dal fuoco”.
“Appena due settimane fa, proprio a Cardeto, dove ieri è morta una persona, abbiamo partecipato ad un’iniziativa pubblica sul tema della legalità e dell’ambiente, in presenza delle massime autorità militari ed istituzionali della nostra città. Anche in quell’occasione abbiamo ancora denunciato la mancata erogazione dei ristori promessi allora dalla Protezione Civile agli operatori danneggiati. Abbiamo ricordato le vittime ed il nostro impegno fattivo nella riforestazione. Abbiamo preso posizione, a più riprese, anche rispetto ad una riforma regionale dei Consorzi di Bonifica avversata dagli stessi per legittime e valide ragioni. Riforma che nonostante le rimostranze dei territori è stata approvata dalla Regione, sorda alle istanze degli operatori, proprio pochi giorni addietro”.
“La Città Metropolitana si è impegnata anche, con appositi bandi, a realizzare bacini artificiali in area collinare jonica a supporto di questa rigenerazione ambientale che vogliamo ad ogni livello e con il massimo di attenzione da parte dei nostri preposti settori. Con grande amarezza ma con profonda consapevolezza dobbiamo invece prendere atto che i segnali che attendevamo da parte del Governo, e della Regione, per le loro rispettive competenze rispetto proprio alla gestione dei piani antincendio, ci sono apparsi nulli o del tutto inadeguati, come stanno dimostrando i fatti”.
“I droni e le nuove tecnologie, oggi tanto decantati a supporto di una strategia complessiva più efficace, sono di numero assolutamente inappropriato rispetto alle esigenze di un territorio regionale vasto e morfologicamente variegato. Di quei pochi droni disponibili a Reggio e nel reggino non ne abbiamo vista neppure l’ombra”.
“La cosiddetta tolleranza zero, oggi richiamata a gran voce a livello regionale, la sposiamo pienamente. Certo è che non può rimanere uno spot quando poi, nei fatti, vanno in fumo campagne, boschi e città con la perdita inaccettabile anche di vite umane. Sulle responsabilità politiche avremo tempo e modo di intervenire, stavolta davvero con tolleranza zero, ma ciò che ora ci preme, istituzionalmente, è individuare soluzioni rapide e concrete facendo appello al Governo centrale ed alle istituzioni regionali per fronteggiare questa emergenza dai connotati che dobbiamo definire storici”.
“Che siano mezzi militari, della Protezione Civile o di qualsiasi altro soggetto, dobbiamo pretendere un intervento risolutivo immediato per azzerare questa emergenza e consentire una repentina rigenerazione dei territori e l’annullamento di ogni tipo di ansia nella popolazione già vessata da questa evento di rari precedenti. Reggio Calabria non può rimanere la cenerentola scomparendo anche dalle cronache nazionali se non quando si tratta di farne una narrazione degradata e criminale che nei decenni l’ha raccontata sempre al peggio. Tutti i nostri sforzi vanno nella direzione opposta e non accetteremo in alcun modo che venga vanificato il nostro impegno per restituire la dignità che merita a tutto il territorio metropolitano, alle sue eccellenze ed alla sua storia”.