Per i prossimi mille giorni il centrodestra dovrà inventarsi qualcosa per stare in carreggiata, perché l’attuale governatore l’ha detto chiaro e tondo, chiamandosi, sin d’ora, in un certo senso fuori, non adducendo delle scontate motivazioni come quelle che hanno attinenza alla ‘ndrangheta, la cui lotta si preferisce farla battendosi su quelle cose che non sono mai state fatte o che non sono state portate a compimento essendo state lasciate a metà del guado. I successi politici, con annesso prestigio, in special modo all’indomani della scomparsa di Silvio Berlusconi che hanno di fatto aperto una vera e propria autostrada all’interno di “Forza Italia”.
di Antonio Baldari
Roberto Occhiuto lascia, non raddoppia. Il governatore della Calabria non si vede fra tre anni nuovamente alla guida della coalizione di centrodestra per portare ancora avanti la regione che, in mezzo a mille tempeste, tenta di riformare dal basso, facendo o provando a fare tante cose di cui si dovrebbero vedere i frutti tra qualche anno, semmai nella continuità politico-amministrativa che è l’elemento mancante più di ogni altro, per potere crescere, soprattutto in questa strabenedetta terra di Calabria e, per esteso, in Italia.
A quanto pare anche stavolta sarà così, contrariamente ai proclami derivanti dall’affermazione del centrodestra calabrese che volevano un governo con questi colori “per almeno dieci anni”; che ci possa essere il Centrodestra nuovamente alla guida della regione può essere pure, ma senza Occhiuto le cose cambierebbero di molto, magari spostando l’asse della compagine centro-destrorsa più verso destra che non verso il centro, vedi “Fratelli d’Italia”, che sarebbe altra cosa.
Ragion per cui, per i prossimi mille giorni da quella parte ci si dovrà inventare qualcosa per stare in carreggiata, perché l’attuale governatore l’ha detto chiaro e tondo: “Non so se avrò la forza”, chiamandosi, sin d’ora, in un certo senso fuori, non adducendo delle scontate motivazioni come quelle che hanno attinenza alla ‘ndrangheta, la cui lotta si preferisce farla battendosi su quelle cose che non sono mai state fatte o che non sono state portate a compimento essendo state lasciate a metà del guado.
Il vero motivo che sta alla base di tutto sono i successi politici, con annesso prestigio, in special modo all’indomani della scomparsa di Silvio Berlusconi che hanno di fatto aperto una vera e propria autostrada all’interno di “Forza Italia”, per quella che sarà la leadership e gli annessi e i connessi in Parlamento, per Camera e Senato, a cui si vuole stare il più vicino possibile vivendo all’ombra di chi conta per davvero.
I rumors, però, sono molto più indirizzati verso le prossime consultazioni europee, nel giugno del prossimo anno, di cui non vi è slancio alcuno nell’annunciare eventuali candidature ma, di certo, uno scranno a Bruxelles accrescerebbe di parecchio il prestigio dell’attuale governatore della Calabria, in tal modo maggiormente proiettato verso il domani continentale, con un decisivo scatto che ne delineerebbe i tratti di “uomo forte” non solo all’interno del partito berlusconiano ma anche nelle istitituzioni che contano in Italia ed in Europa.