Ciò che manca è l’anima, lo spirito di combattere, la voglia di affermare i propri principi, le proprie idee, le proprie certezze e convinzioni andando ad incidere molto di più sul tessuto sociale, che non viene stimolato per nulla a scendere in piazza, a gridare tutta la propria rabbia facendosi sentire, andando a punzecchiare il governo in carica, a stuzzicarlo provando a vanificare le loro certezze perché, effettivamente, l’opposizione va fatta ma questo non è modo: i calabresi che hanno votato diversamente, ed i calabresi in generale, hanno bisogno di vedere una compagine di opposizione più viva e propositiva.
di Antonio Baldari
Tra poco più di due settimane scoccherà l’ora del secondo anno di governo per Roberto Occhiuto ed i suoi prodi in Calabria; era giustappunto il 29 ottobre 2021 allorquando il leader della coalizione di Centrodestra riceveva il mandato dal “popolo sovrano” di guidare una delle regioni più difficili in Italia, se non la più difficile in tutto il continente europeo.
Insomma, il compito non era dei più agevoli come non lo è neanche oggi ancorché ci si sforzi a dare uno straccio di senso all’azione di governo, di buon costrutto e con dei risultati tangibilmente positivi, se non nel breve quantomeno nel medio e lungo periodo; ci si prodiga alla luce dell’altrimenti appellato “PNRR”, acronimo perfetto per “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” organizzato e strutturato in modo tale che si possa usufruire di risorse economiche importanti per rilanciarsi nel panorama socio-economico-politico.
Anche e soprattutto in tal caso i connessi fondi a tale piano emergenziale pare che non vengano adeguatamente sfruttati dalla regione Calabria, e qui dovrebbe intervenire la politica “di opposizione”, ossia quella che non dice “no” a prescindere ma che, al contrario, osserva, scruta, conosce, approfondisce per poi formulare delle proposte alternative, dialogare con la maggioranza e soprattutto con gli scontenti a livello popolare, con la gente, il mondo del lavoro, le associazioni e, in ultima analisi, laddove fosse necessario, puntare il dito per il classico “J’accuse” di zoliana memoria, ed invece…
Invece qui non c’è altro che una sorta di “cucù, e la Sinistra non c’è più”, intendendo la Sinistra in maniera metaforica in contrapposizione alla Destra che, al contrario, governa, solo per una mera quanto netta distinzione, che poi tanto netta non è se si pensa che, tanto per citare, lo scorso mese di agosto, in vista del Consiglio regionale per il quale il governatore Occhiuto aveva anche minacciato di dimettersi, la Sinistra che fa, udite udite? Vota a favore! Sì, perché vengono fuori due voti dall’altra parte dei banchi del parlamentino calabrese, proprio da chi, invece, doveva mettersi di traverso.
Per non dire ancora prima, nel mese di maggio, allorché venne abbandonata l’assise adducendo delle motivazioni piuttosto risibili nel momento in cui c’è il confronto, ed è chiaro che chi ti sta di fronte non te la fa passare, e non è lasciando che risolvi il problema; ad ogni buon conto, ciò che manca è l’anima, lo spirito di combattere, la voglia di affermare i propri principi, le proprie idee, le proprie certezze e convinzioni andando ad incidere molto di più sul tessuto sociale, che non viene stimolato per nulla a scendere in piazza, a gridare tutta la propria rabbia facendosi sentire, andando a punzecchiare il governo in carica, a stuzzicarlo provando a vanificare le loro certezze perché, effettivamente, l’opposizione va fatta ma questo non è modo: i calabresi che hanno votato diversamente, ed i calabresi in generale, hanno bisogno di vedere una compagine di opposizione più viva e propositiva.
Per quanto tempo ancora dovrà attendere nel vederla e nel sentirla?