RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Antonio Dattilo innocente. Giustizia e’ stata fatta stanotte abbiamo appreso dal tg1 la decisione della cassazione. Bella notizia. E adesso chi lo risarcira’ per quello che ha subito e per la carriera stroncata? Antonio si e’ finalmente liberato dopo nove anni da un vero e proprio incubo di un peso ingiusto e come lui tutti quelli che hanno creduto nella sua innocenza. Antonio e’ felice ed e’ felice anche per la sua Gioiosa.
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La decisione è stata presa stanotte dalla Terza Sezione Penale presieduta da Aldo Fiale, accogliendo la richiesta del Procuratore Generale Gabriele Mazzotta, dopo otto ore di dibattito e sei di Camera di Consiglio della Cassazione (riguardante tutti i ricorsi proposti dagli imputati di calciopoli). Antonio, tanto era certo della sua innocenza che ha rinunciato sin dall’inizio ad avvalersi della prescrizione. Ed in effetti Antonio ne esce pulitissimo: la sentenza di condanna nei suoi confronti è stata annullata dalla Cassazione. Lasciatemi dire che è la fine di un incubo per tutti. Anche per quanto mi riguarda personalmente, sotto un duplice aspetto. Consentitemi questo passaggio. Primo: all’epoca dei fatti, come responsabile di servizio del Comune di Gioiosa Jonica, settore sport e comunicazione, feci una battaglia assieme all’Amministrazione dell’epoca, Sindaco Giuseppe Tarzia. Ci furono comunicati stampa, manifesti e lettere istituzionali verso la FIGC e gli organi nazionali arbitrali, chiedendo la revoca dei provvedimenti nei confronti di Antonio, persona corretta ed onesta che aveva salito i più alti gradini della carriera arbitrale per meriti acquisiti inconfutabilmente sul campo. Secondo: più violenta fu la mia reazione a livello sportivo contro le istituzioni nazionali, FIGC e dirigente Arbitrali. All’epoca rivestivo la carica di Presidente dell’AIAC Calabria (Associazione Italiana Allenatori di Calcio, carica mantenuta per 25 anni) , nonchè componente del Collegio Arbitrale Nazionale FIGC-LND, cioè ero pienamente dentro le cose della FIGC. Ebbene, mi schierai immediatamente a favore di Antonio e contro le Autorità e dirigenti federali. Fu fortissima la mia presa di posizione come presidente dell’AIAC (a sostegno c’era anche il locrese Micheli Firmo, componente dell’AIAC Nazionale): lettere di sostegno per Antonio e di protesta al Presidente della FIGC Abete (con cui espressi anche il mio disappunto personalmente) ed al responsabile Nazionale degli Arbitri. Azioni di sostegno pubblicate anche dalla stampa locale e nazionale. Ma l’intervento più duro lo feci a Gizzeria, Hotel Caposuvero, proprio durante l’Assemblea Regionale degli Arbitri Calabresi davanti a Luigi Agnolin a cui era stato affidato l’incarico di Commissario Straordinario dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri). Una platea ammutolita, “scandalizzata” e stupita dell’intervento di “un esterno” in casa loro. durante la “loro” Assemblea (ma devo dire che i vertici regionali calabresi dell’AIA e della FIGC mi hanno sempre voluto con loro ed apprezzato lo sforzo dell’AIAC per il contributo di lealtà e sportività dato al calcio calabrese). Una assemblea zeppa di centinaia di giovani ed anziani arbitri calabresi, attentissima a quello che stavo affermando a sostegno di Antonio e contro i vertici FIGC e AIA che stavano mettendo al rogo un giovane arbitro, esempio eccellente della classe arbitrale calabrese. Al termine della “arringa” un silenzio assoluto, un attimo ed è esploso un applauso fortissimo e lunghissimo, mai sentito fino a quel momento, un Agnolin ed una Presidenza al tavolo ammutolita. Alla fine “rifiutai” ad Agnolin l’invito di partecipare al pranzo degli arbitri. Gli dissi chiaramente che i sentimenti ed i convincimenti negativi e di sfiducia che nutrivo verso i vertici AIA e FIGC erano troppo forti per prendere parte al pranzo a fianco di chi invece doveva tutelare l’immagine e l’onorabilità di Antonio Dattilo, esempio assoluto per i giovani arbitri calabresi e che con le sue capacità e meriti tecnici stava sviluppando.una carriera a livello internazionale.