GERACE – «Ho scritto questa lettera al presidente Berlusconi lo scorso primo settembre, e solo oggi ho avuto la certezza che l’ha ricevuta, anche grazie all’impegno di alcuni amici lombardi. Spero tanto possa sortire gli effetti desiderati, vista la grave situazione per centinaia di famiglie dei dipendenti del call center a rischio licenziamento».
Con queste parole, il conisgliere comunale di Gerace Rudi Lizzi ha comunicato a Lente Locale la sua iniziativa, tesa a chiedere aiuto a Berlusconi affinché possa fare tutto quello che serve per giungere a una risoluzione della vicenda che è nota ormai da parecchi mesi.
«Alle passerelle preferisco l’impegno concreto per la mia terra», ha aggiunto Lizzi, proprio nelle ore in cui i dipendenti del call center, supportati da larghi strati del tessuto sociale locrese, stanno manifestando per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro vicenda ,sempre col filo sospeso e in attesa di notizie confortanti per il loro futuro professionale.
Di seguito, riportiamo il testo integrale della lettera inviata da Lizzi a Berlusconi:
«Carissimo Presidente, Cavaliere Silvio Berlusconi,
chi Le scrive è un consigliere di un piccolo comune in provincia di Reggio Calabria (Gerace, enumerato tra i borghi più belli d’Italia), che milita tra le file del suo partito da anni, rivestendo con grande soddisfazione ed orgoglio la carica di Coordinatore Provinciale e prodigandosi ad infondere gli ideali di Forza Italia tra la gente di Calabria.
Sarebbe superfluo elogiare la Sua personalità di Uomo politico, dal momento che scegliendo con convinzione e fermezza di tesserarmi in Forza Italia, ho sempre condiviso i principi e i valori di cui Lei è l’emblema; così come parlare del suo indiscusso potenziale di imprenditore, punto di riferimento per tutti coloro che hanno intrapreso un’attività imprenditoriale e anche per me, che la svolgo nel mio piccolo, in una zona dell’Italia fortemente disagiata.
Le scrivo dalla Locride, di cui sicuramente conoscerà la collocazione geografica e le problematiche connesse allo sviluppo di quest’area, comuni al Sud Italia, dove si sente, per lo più parlare, di aziende che chiudono, piuttosto che di nuove attività imprenditoriali.
Proprio qui, in questo contesto difficile, a Locri, a pochi chilometri dal comune dove risiedo e svolgo la mia missione politica, esiste una delle sedi di una holding di Business process outsourcing, la CALL & CALL, di Cinisello Balsamo (MI), che offre lavoro a più di trecento persone: un’oasi in un deserto!
Aziende che raggiungono questi numeri e che offrono annualmente nuovi posto di lavoro, incrementando così l’economia della Locride, fortemente depressa, non esistono e probabilmente non esisteranno ancora a lungo.
Purtroppo, dopo anni di sicurezza per le famiglie che vivono degli stipendi di Call & Call Lokroi, è arrivato il momento in cui la frase retorica “l’insicurezza del settore privato” si è concretizzata.
Per i dipendenti della suddetta azienda, che porta il nome greco di Locri, come a rievocare gli antichi splendori della colonia della Magna Grecia, l’estate non è iniziata nel migliore dei modi, a causa della notizia del venir meno di un importante committente, “Engie Italia”, con il conseguente esubero strutturale di 129 lavoratrici e lavoratori.
Da quando la notizia è divenuta ufficiale, a seguito della notifica da parte di Call & Call Lokroi alle organizzazioni sindacali ed alle RSU dell’apertura della procedura di licenziamento per 129 unità, si è messa in moto la macchina della solidarietà per cercare di evitare quanto annunciato.
Politici locali, politici regionali, politici nazionali, sindacati, tavole rotonde, cortei in piazza, di tutto e di più per evidenziare il problema, discuterne e tentare di risolverlo.
Ad oggi, purtroppo, nessuna di queste azioni ha fatto raggiungere il risultato sperato, per questo, in primis in qualità di cittadino e poi in virtù del ruolo che rivesto, mi rivolgo a Lei, come uomo imprenditore, affinché possa prendere a cuore le 129 famiglie che verranno lasciate senza una fonte di reddito.
Le chiedo di prendere a cuore queste famiglie, ma anche il territorio della Locride, che senza delle opportunità di lavoro da offrire ai giovani e anche ai meno giovani in cerca di un’occupazione, continuerà a declinare sempre di più.
Sapere che qualcuno di importante come il Cavaliere Berlusconi ha deciso di investire nella Locride, darà speranza ad un intero territorio, incentiverà i cittadini più volenterosi e con le idee più fervide a fare impresa nella propria terra, lasciando concretezza e non idee campate in aria.
Dalle nostre parti si parla tanto per risolvere gli innumerevoli problemi che tormentano il nostro territorio, ma c’è poca azione concreta ed è quasi nulla l’intraprendenza.
Per questo, non Le chiedo di fare un discorso di solidarietà a chi sta per perdere la propria occupazione e con essa la dignità che solo un lavoro conferisce alla persona, ma Le chiedo di intervenire concretamente per quanto è nelle sue possibilità, dando fiducia ad un’azienda che ha deciso di investire in Calabria, onorandola con una commessa che segnerà il futuro di 129 famiglie.
Grazie per la Sua cortese attenzione nel leggere questa mia lettera di aiuto, Presidente.
Sono certo che, se è nelle sue possibilità, non deluderà le mie aspettative».