di Domenica Bumbaca ed Emanuela Alvaro
LOCRI – Da quando la notizia del licenziamento di 129 dipendenti del call center ha “investito” tante vite, abbiamo deciso che fosse legittimo dare loro voce.
Questa volta è Rosita C. a raccontare la sua storia. Senza aggiungere molto di più, il suo racconto non ha bisogno di altro!
I diritti violati. La mia vita è una battaglia continua- Rosita C.
Sento un dolore e un enorme senso di impotenza che mi schiaccia. Forse qualcuno si ricorda che circa 10 mesi fa mi è toccato (insieme ad altri ragazzi) scendere in piazza per “elemosinare il DIRITTO ALLA SALUTE”, perché qui a Locri nemmeno il diritto alla salute ti viene riconosciuto. Dove devi avere paura di stare male perché per curarti prima devi combattere contro politici che stanno distruggendo tutto e dove per poter ottenere qualcosa devi prima scendere in piazza e raccontare a tutti i tuoi fatti privati.
11 anni fa in questo periodo la mia vita sembrava essere stata travolta in pieno da uno tsunami che mi sgretolava via via tutte le mie certezze, ad ogni passo vedere il baratro diventare sempre più profondo ed io a scivolare sempre più giù senza riuscire a scorgere più nulla… uno tsunami di nome “dialisi”. E non mi soffermo a raccontare quello che significa vivere con la dialisi.
Ma bisognava ricostruire, allora ho pensato visto che sul territorio c’era l’università perché non investire su questo?
E quando sono riuscita a cominciare a credere ancora in qualcosa ecco che la nostra cara “politica” porta via tutto. La sede chiude, ed io sono costretta a rinunciare al mio percorso di laurea perché per me era fattibile spostarmi ne tantomeno viaggiare in quel momento.
Un’altra delusione! Anche li a protestare a cercare di spiegare perché era cosi importante quella scuola sul nostro territorio e quello che significava per molti ragazzi, ma nulla, qui sul nostro territorio le persone non hanno valore.
E ogni volta questo senso di impotenza ti porta via un pezzo di anima.
Nel 2008 con il “DONO” del trapianto arriva anche la consapevolezza di una vita, di nuovo, quasi normale, per cui provare a trovare un lavoro. Ma solo porte in faccia, sul nostro territorio il lavoro è già difficile per chi non ha difficoltà, immaginiamo per chi ha delle problematiche.
Tutto cambia quando sostengo un colloquio alla Call&Call e vengo assunta. Mettersi di nuovo in gioco, con mille incertezze con mille difficoltà, una lotta continua che molte volte mi ha fatto pensare che non ce l’avrei fatta. Ma in quello che è stato il mio percorso sia da talassemica sia da dializzata e poi trapiantata, ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno sempre insegnato che la “diversità” non deve impedire nulla ma anzi deve portare a impegnarsi a dimostrare sempre che si è capaci di fare a volte meglio degli altri e anche se costa molti più sacrifici rispetto agli altri.
Ed ho vinto perché alla fine ci sono riuscita ma non senza sacrifici continui. Un lavoro dignitoso ed onesto, uno stipendio che permette di aiutare la famiglia, conoscere persone straordinarie, confrontarsi, gioire, insomma una “normalità”.
Poi una mattina ti svegli e ti accorgi che di nuovo tutto crolla.
Le regole del lavoro. Regole però che rispondono a dei criteri di tattica, di convenienza e che non tengono per nulla conto del fattore umano, di tutti i sacrifici fatti per fare sempre meglio il nostro lavoro, perché a Locri ci sono persone che VOGLIONO LAVORARE, onestamente anche a costo di enormi sacrifici.
Ma non si può! Rimanere di nuovo a casa, senza uno stipendio con le difficoltà che ci sono. Come si fa??? Ancora una volta travolta mio malgrado da regole che diventano sempre più spiazzanti con una crescente consapevolezza che sei un numero fra tanti, e delle tue esigenze non gliene frega a nessuno. Allora, mi chiedo, ma è possibile che ogni volta si deve battagliare per ottenere quelli che sono i DIRITTI FONDAMENTALI di ogni cittadino?? Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché io devo essere costretta ad alzarmi la mattina e nonostante quelle che sono le mie problematiche, preoccuparmi che qui non c’è sanità, non ci sono servizi, e quando riesci ad ottenere qualcosa è solo una momentanea illusione perché presto ti viene portata via.
Vorrei davvero che chi di competenza mi spiegasse il perché di tutto questo, e mi dicesse da ora in avanti cosa farò io?? Perché sinceramente dopo un ennesimo “scippo” delle mie già fragili certezze non so cosa farò…