LOCRI – Di seguito la lettera di Filippo Bumbaca uno dei 129 dipendenti di Call&Call Lokroi coinvolti dal licenziamento collettivo, indirizzata a Stefano Conti, reggente della Federazione Nazionale Ugl Telecomunicazioni, in riferimento al comunicato Ugl relativo al sit-in di protesta dei lavoratori Call&Call presso la sede Engie di Roma.
“Gentile dottor Stefano Conti,
chi le scrive è un’operatore Call&Call Lokroi impegnato nella commessa Engie. Mi presento. Sono Filippo Bumbaca. Apprendo da fonti social (facebook, ndr) della Vostra iniziativa circa un sit-in di protesta presso la sede romana dell’azienda Engie Italia per dichiarare il Vostro disappunto circa la procedura di licenziamento aperta da Call&Call sul nostro sito in conseguenza dello spostamento della commessa a Casarano.
Leggo, dal vostro comunicato, che ci sarebbe stato il “sit-in lavoratori callecall contro 129 licenziamenti”. Volevo solo sottolineare, e non è cosa da poco, che i lavoratori del sito di Locri non erano a conoscenza di questa Vostra iniziativa che non è stata condivisa con nessuno di noi né tanto meno con le altre forze sindacali presenti in azienda. Perché, questo è da dire, all’interno dell’azienda locale non siete presenti come Rsu e come sindacato. Per quanto lodevole il supporto e l’aiuto che il Vostro sindacato voglia dare a noi lavoratori per far vincere la nostra battaglia e sentire la nostra voce, credo fosse necessario da parte vostra ascoltare gli operatori di Locri, parlare con loro e condividere con gli stessi questa iniziativa.
Perché in fase di trattativa sindacale in corso, e Voi sapete benissimo che a seguito di procedura 223 aperta è prevista dal nostro ordinamento, ogni azione del genere, se non attenzionata e vagliata, può compromettere il risultato di tale contrattazione. Anche se ogni lavoratore vorrebbe far sentire la propria voce, attraverso manifestazioni autorizzate o altre iniziative, è anche opportuno valutare il contesto in cui questo avviene e soprattutto il momento.
Andare a protestare verso Engie che in maniera libera e del tutto legittima ha preso una decisione, in questo momento, parere mio personale, era fuori luogo. Anche perché, non so se ne siete a conoscenza visto la non Vostra presenza in azienda, pochi giorni fa le sigle sindacali con le nostre Rsu e la delegata Cisl hanno incontrato presso la prefettura di Reggio Calabria , tra gli altri, anche l’Ispettorato provinciale del Lavoro ed a margine di quell’incontro si è ritenuto opportuno rimandare un’eventuale manifestazione in corso di preparazione per consentire al Prefetto di rendicontare al Ministro cui fa riferimento tale situazione che ci ha colpito e consentirGli di adoperare tutti i propri canali e strumenti per risolverLa.
NOI operatori di Locri abbiamo preso atto di tale scelta e consapevolmente e rispettosamente posticipato quanto da noi organizzato sino a quell’incontro. Mi stupisce la Vostra scelta che, a conti fatti, senza la NOSTRA presenza, risulta essere solo effimera e tesa a mettere in evidenza a livello mediatico il Vostro operato che, a quanto mi risulta, non è stato condiviso con le nostre Rsu e le sigle sindacali presenti in azienda ne tantomeno, cosa ancora più importante, con NOI LAVORATORI del sito.
Ci è stata anche vietata, con il vostro silenzio, una nostra eventuale partecipazione. E ricordo, siamo NOI quelli soggetti a licenziamento. In ultimo, e non meno importante, volevo ricordarVi che Engie, nonostante non rientri a pieno titolo nell’articolo 53, aveva deciso comunque di incontrare l’azienda e le sigle sindacali giorno 05/09. Possiamo discutere e contestare tale data ma il fatto è che si era ritenuta disponibile ad incontrarci e fornire i chiarimenti necessari. Questa vostra iniziativa ho l’impressione abbia definitivamente rotto i rapporti già tesi a seguito della sua scelta di trasferire la propria attività nella sede di Casarano ed ahimè ha fornito loro un ulteriore “appiglio/pretesto” ( laddove ce ne fosse bisogno) per avallare la loro decisione. Mi dissocio da quanto da voi organizzato senza il Mio mandato, senza la mia autorizzazione, senza il mio parere. E lo dico in quanto LAVORATORE di Call&Call Lokroi.
Se devo manifestare il mio dissenso, il mio disappunto per tale scelta, devo farlo intanto nella mia città e poi anche sotto la sede di Engie o qualunque altra società. Ma devo essere PRESENTE.
Dobbiamo essere presenti NOI. Forse non fisicamente per chi non potesse ma almeno tenuti in considerazione. E questo da Voi non è stato fatto. Dare questo tipo di risalto alla notizia è stato superfluo. In questo modo e con le vostre modalità, inutile. Parere mio personale. Chiedo scusa ai miei colleghi se ho ritenuto parlare al plurale ma penso che il loro sentire, non in merito all’iniziativa ma alle modalità con cui è stata gestita, sarà similare al mio. E chiedo scusa anche a Lei, dottor Conti, se le ho rubato parte del suo tempo per esprimerle il mio disappunto”.
Filippo Bumbaca, 1 dei 129 lavoratori NON licenziati ma oggetto di procedura di licenziamento aperta
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