di Gianluca Albanese
SIDERNO – Emergono le prime crepe nel mondo del centrosinistra locrideo in relazione alla candidatura ad aspirante presidente della Regione di Gianluca Callipo, che stamattina ha incassato il sostegno dell’amministrazione comunale di Locri. Alcune figure di primo piano, infatti, hanno utilizzato il social network di facebook per manifestare il proprio dissenso e commentare in maniera negativa le scelte strategiche del giovane sindaco di Pizzo Calabro.
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E’ il caso del capogruppo in consiglio comunale a Locri di “Impegno e Trasparenza-Pd” Antonio Cavo che, come avevamo anticipato qualche ora fa nel nostro corsivo, giudica negativamente il contenuto della conferenza stampa di stamattina a palazzo di Città, nonostante uno dei principali sostenitori di Callipo sia un proprio collega di gruppo, ovvero Pino Mammoliti.
«Prima – ha scritto Cavo – i ringraziamenti dell’appena eletto sindaco, Giovanni Calabrese, a quella che lo stesso definì “la parte sana del PD di Locri” per il sostegno elettorale garantito alla sua lista di centrodestra alle elezioni comunali del maggio 2013. Poi la conferma, ad opera del segretario del circolo PD di Locri, Giuseppe Fortugno (che è servita a togliermi dall’imbarazzo) “in relazione ai rapporti, che non esistono, tra il circolo del Partito Democratico di Locri e il gruppo consiliare Impegno e Trasparenza” la cui attività politica ”non è in alcun modo espressione del circolo”. Oggi -continua Cavo – Gianluca Callipo, uno dei competitori del PD alle primarie per la scelta del candidato presidente della regione Calabria, che riceve l’appoggio del centrodestra locrese, ufficializzato in una conferenza stampa congiunta in Comune alla presenza del segretario del circolo PD cittadino, “non solo per le primarie di domenica ma per il progetto politico promosso”.
Non posso che dire pubblicamente, da granitico elettore di sinistra, che se il Partito Democratico a Locri e in Calabria è questo, sono contento – conclude Cavo – di non essermi negli anni tesserato».
Parole dure, quelle di Antonio Cavo, che danno il senso della presa di distanza da chi sta sostenendo la corsa di Gianluca Callipo alle primarie di domenica.
Ma se il capogruppo di “Impegno e Trasparenza-Pd” a Locri non era dato tra i possibili sostenitori del sindaco di Pizzo alle primarie (sta seguendo con grande interesse gli sviluppi del costituendo circolo di Sel di Locri e non è escluso che domenica voti per Gianni Speranza), la sorpresa più grande (ma solo all’apparenza) arriva da Bianco, laddove il medico Carmelo Celentano, renziano di ferro e della primissima ora, non le manda a dire a Gianluca Callipo.
«Perché – si chiede Celentano – dovrei votare Callipo, domenica, e dargli tutto il mio sostegno? Perché è una faccia nuova e sembra pulito, perché ha idee innovative e tanta voglia di fare bene, perché il verbo che predica è totalmente condivisibile. Bene! Ma tutto questo – tuona Celentano – è aria fritta. I fatti, e gli addetti ai lavori sanno di cosa parlo; stanno dimostrando che il “nostro”, predica bene ma…».
Un “post” che sa di bocciatura quello di Celentano, che non è nuovo a queste uscite di chi non vuole sentirsi intruppato e pronto a dire sempre di sì per merito spirito di appartenenza.
Basti ricordare che, in occasione delle primarie dello scorso 16 febbraio dalle quali venne eletto il segretario del Pd calabrese, Celentano fu uno dei pochissimi “renziani della prima ora” a denunciare la presenza, a suo dire indebita, del segretario cittadino del Pd Domenico Fortugno come capolista dell’aggregazione che sosteneva l’elezione di Ernesto Magorno, dato che in precedenza lo stesso Fortugno non era sicuramente annoverabile tra i renziani,
Fortugno capolista pro Magorno? Celentano non ci sta e le canta a tutti
Una denuncia, la sua, che fu quasi una voce isolata nel panorama dei renziani locridei, che qualche giorno dopo festeggiarono per la sofferta elezione di Magorno.
Altra voce di dissenso fu quella del consigliere comunale di Locri Maria Antonella Gozzi, che il giorno dopo le primarie del 16 febbraio rassegnò le proprie dimissioni dal Pd, motivando la propria decisione con una lettera che riproponiamo alla vostra lettura.