(foto di Mohamed Alokla)
R. & P.
Sono stati presentati, sabato scorso, a Camini, i primi dati della ricerca “La promozione della salute in un territorio multiculturale” sui temi del benessere, della prevenzione e della cura nel borgo reso multietnico dall’accoglienza, nell’ambito del dottorato di ricerca infermieristica dell’Università di Tor Vergata.
Il progetto, diviso in tre fasi, è centrato sull’analisi dei bisogni sanitari specifici di Camini – territorio multiculturale, con varie criticità legate alle esigenze primarie della salute, a partire dalla distanza dai centri sanitari – che verranno analizzati per dare risposte risolutive che potrebbero diventare modello per altri luoghi caratterizzati, come il borgo locrideo, dalla presenza di diverse etnie e dalle difficoltà di usufruire di servizi sanitari adeguati, se non con lunghi spostamenti.
Bambino, bisogno, beneficiario, cura: questi i termini ricorrenti nelle interviste sottoposte, nella fase uno del progetto, agli operatori della Eurocoop Jungi Mundu.
Attraverso questa prima elaborazione dati è emerso che, per gli operatori, la presa in carico completa del nucleo familiare avviene attraverso un processo di percezione dei bisogni emergenti e delle vulnerabilità espresse dal bambino e incentrato in un percorso di estrema cura.
«L’obiettivo del primo studio era valutare qual è il bisogno non espresso dei beneficiari del progetto di Camini, quello che i beneficiari spesso non esprimono e viene invece valutato dall’operatore. Abbiamo fatto delle interviste non strutturate, lasciando all’intervistato la libertà di approfondire un tema o di aggiungere altro – ha spiegato la dottoressa Mariachiara Figura, dottoranda di ricerca del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata, illustrando i dati insieme a Loredana Piervisani, assegnista di ricerca di Tor vergata nel settore scientifico disciplinare MED45, che ha collaborato all’analisi dei dati –. Abbiamo così individuato i temi emergenti dal corpus delle interviste, raggruppabili in due grandi macroaree: uno sui bisogni della popolazione e uno sugli interventi realmente effettuati e quelli che, invece, potrebbero essere messi in campo. Abbiamo poi affrontato l’analisi tematica dei dati testuali, ossia individuare attraverso la parola più ripetuta nell’intervista il tema su cui possiamo indagare. Tutto ciò ci aiuta a capire come affrontare la seconda parte del progetto che prevede l’intervista alla comunità di Camini, migranti e residenti; nella terza fase sarà poi messo in atto l’intervento attraverso le istituzioni di Camini e la Eurocoop per migliorare il benessere della comunità».
Giunti da Roma insieme a Mariachiara Figura, la professoressa Rosaria Alvaro, ordinaria di Scienze infermieristiche, e gli assegnisti di ricerca, i dottori Gianluca Pucciarelli e Silvio Simeone, tutti del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università di Roma Tor Vergata.
Oltre alla presentazione dei dati, si è svolto il corso BLSD per l’utilizzo del defibrillatore in dotazione al Comune di Camini, aperto a tutti, come primo esempio concreto di intervento utile alla comunità.
Il progetto, che si è aperto ufficialmente nel maggio scorso, avrà durata triennale e trova attuazione grazie all’Università di Tor Vergata e alla professoressa Rosaria Alvaro, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Camini, guidata dal sindaco Giuseppe Alfarano, e il supporto logistico della Eurocoop Jungi Mundu, presieduta da Rosario Zurzolo, con il coordinamento di Giusy Carnà.