di Simona Ansani
PELLARO – Si è espresso cosi il Tar, sezione distaccata di Reggio Calabria, che ha respinto il ricorso dell’Associazione Dacci una Zampa Onlus che aveva impugnato il provvedimento di aggiudicazione definitiva del 13 novembre 2012 per il conferimento del servizio di gestione del canile comunale di Mortara di Pellaro. Dunque a quanto pare, il canile di Mortara va affidato all’Associazione Aratea.
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<<Aratea – scrivono i giudici – si è specificamente impegnata (cosa che è rinvenibile nella stessa offerta tecnica proposta dalla stessa ricorrente) ad utilizzare personale specializzato nella cura e nella assistenza dei cani; servendosi, dunque, in maniera perfettamente ammissibile ed in linea con un principio immanente al sistema degli affidamenti pubblici, di un potere di “avvalimento” di risorse esterne e specifiche>>. A questo punto davvero tutto è cosi chiaro? O ci sono ancora delle ombre sulla situazione divenuta ormai un caso per tutti gli amanti degli animali, del canile di Mortara di Pellaro? Bè, mancherebbe ancora un altro tassello che dovrebbe fare ulteriore chiarezza, e l’arcano, che sembrerebbe svelato, interessa proprio il terreno sul quale il canile è stato creato, che pare non sia per le carte del Comune. Infatti secondo l’inchiesta condotta sul corrieredellacalabria.it, si è potuto scoprire come di legge dall’articolo che “la particella che riguarda la struttura non solo non presenta alcun fabbricato, ma non è neanche di proprietà del Comune. Per il Catasto è un semplice agrumeto”. La particella catastale sembra aver svelato nuovi retroscena che farebbero dubitare delle azioni intraprese. Proprio nell’articolo pubblicato sul corriere della calabria “la particella 2152 che identifica il canile che nel luglio scorso è stato rimesso in funzione e gestito dai volontari di “Dacci una zampa” non solo non presenta alcun fabbricato, ma non è neanche di proprietà del Comune. Quel terreno, che per il catasto è un semplice agrumeto, è tuttora di proprietà del noto imprenditore Carlo Montesano”.