di Redazione
CANOLO- Venerdì 18 maggio, alle ore 17.30, presso il Palazzo De Agostino, l’Associazione Thaletes, con il patrocinio del Comune di Canolo, organizza il convegno e la presentazione del libro “Francesco Nicolai e la Colonia Letteraria dell’Arcadia” , di Vincenzo Cataldo.
Si inizierà con i saluti istituzionali della triade commissariale che amministra il comune nelle persone dei dott.ri Umberto Campini, Valerio De Joannon e Cosimo Facchiano, il cui intervento precederà quello del presidente dell’Ente Parco Nazionale Aspromonte Giuseppe Bombino.
Le relazioni, introdotte da Antonella Calautti, presidente dell’Associazione Thaletes, saranno affidate all’Ing. Raffaele Macry Correale, che parlerà della figura di Nicolai “Un letterato di Canolo, Accademico dell’Arcadia , presso la Curia Pontificia del XVIII Secolo”e all’ Avv. Doemenico Romeo, che illustrerà la realtà di Canolo nel contesto storico del 700. Infine l’intervento dell’autore Vincenzo Cataldo che commenterà il suo libro con l’editore Franco Pancallo.
Francesco Nicolai, vescovo e poeta, nacque a Canolo il 30 maggio del 1687. Nel seminario di Gerace venne ordinato sacerdote. Nel 1712 venne nominato dal pontefice precettore di lettere latine nel seminario vaticano. A Roma prestò la sua opera di uomo di cultura al servizio del cardinale Barberini per il quale curò le relazioni diplomatiche con la corte d’Austria. Fu amante dei libri e mise insieme una cospicua biblioteca che volle collocare a Gerace, in casa Arcano, disponendo che fosse lasciata aperta al servizio di tutti. Fu membro dell’accademia romana Arcadia e prese sotto la sua protezione Nicola Angelio educandolo alle lettere latine in modo così perfetto che il giovane divenne presto uno dei più apprezzati traduttori delle commedie di Plauto. Il 12 giugno 1749 fece ritorno a Gerace, probabilmente già ordinato vescovo, dove nel 1752 fondò una piccola Arcadia che diresse sotto il nome di Abedone Locrese o Messeneo. Morì il 28 gennaio del 1776 e le sue spoglie riposano, ignorate dai più, nella piccola chiesa di Monserrato, fuori Gerace. A ricordarlo resta una lapide sulle mura della basilica greca. Quattro anni dopo la sua morte, nel 1772, Nicola Angelio curò l’edizione di una selezione delle sue opere pubblicata a Napoli sotto il titolo: FRANCISCI NICOLAI CARMINA. Tra i suoi versi più belli ricordiamo: In adventu theresiae Mariae Grimoaldi, suam ad urbem Locros gratulatio In absuntionam B.M.V. In nativitate Domini In passione Domini Meditatio Christi Passionis. Ci restano inoltre varie poesie in latino, in vernacolo ed in italiano di vario argomento.