di Giuseppe Caruso*
Ieri sera, quasi per caso, ho trascorso la serata a Gerace in occasione di “Borgo incantato”, credo si chiami così. La triste considerazione che è venuta spontanea a me ed alla mia famiglia è che non sembrava di essere in Calabria.
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Gerace ha saputo coniugare buona parte di quello che abbiamo ripetuto in campagna elettorale: la via per lo sviluppo del territorio passa per la cultura, per il recupero delle tradizioni. Non è fondamentale avere agevoli vie di comunicazione per attirare la gente, per fare turismo. Ciò che conta è l’idea che è bello venire in Calabria, nella Locride, a Siderno. E cosa può far nascere questa idea se non mostrare al mondo quanta cultura c’è nella nostra terra, quanto siamo bravi, quanto è bello tutto ciò che ci circonda?
E’ questa la strada che Siderno deve seguire se si vuole davvero pensare alla sua rinascita. Non tanto turismo di massa, che prevede i soliti triti e ritriti rituali delle feste, dello sballo e dello scimmiottamento di stereotipi che non ci appartengono. Non servono locali megagalattici che tra l’altro non abbiamo, ma invece buon gusto e innovazione.
Siderno è cultura, Siderno è tradizione e queste due leve, se sapientemente usate, possono in breve tempo risollevare le sorti della città. Mi auguro che la nuova amministrazione faccia propria questa “idea” e la persegua, perché ciò che governa le azioni del nostro movimento è solo l’amore per la nostra gente, per la nostra terra.