di Gianluca Albanese
SIDERNO – Permane l’ottimismo, nella Locride, dopo il rinvio dei termini di selezione delle prime dieci candidature nel quadro dell’iter di nomina della Capitale Italiana della Cultura 2025.
Tra gli amministratori che per primi hanno sposato il progetto (realizzando quelli che erano considerati esperimenti e ora sono passaggi fondamentali del percorso) c’è il vicesindaco di Casignana Franco Crinò, che ricorda che “Casignana è una comunità che non vuole mai rimanere da sola, ma parlare agli altri, questa volta di cosa sia accaduto cento anni fa, il 21 di settembre, in contrada Croci, il massacro di amministratori e contadini. È una comunità che vuole raccontare la rivalutazione del Borgo Antico – esperimento di Albergo diffuso e di ripopolamento -, le acque sulfuree di Favate, i numerosi palmenti e i suoi vini passiti, le mura del Parco archeologico della Villa Romana, presenti sin dentro lo Ionio di fronte. Queste cose vogliono essere delle ricerche a “voce alta”, in un processo di crescita, di identità e di favorevoli opportunità” ricordando che “Il Laboratorio di produzione cinematografica di comunità di Casignana sta realizzando un film, ‘Il Profumo del tempo’, che comprende quei tragici avvenimenti del 1921. Lo scontro tra contadini e latifondisti a Casignana e nei paesi vicini e il fascismo incombente portarono lutti, lacerazioni, prese di coscienza. Per rendere il dovuto omaggio alle vittime – chiarisce – e per alimentare le conquiste della storia vogliamo lasciare ‘impronte’ e trovare chiavi per il futuro: l’apposizione della targa sul luogo dell’eccidio, una piazza dedicata a quei dolorosi fatti, nuove pubblicazioni, una dimensione nazionale dell’evento, l’incanto del territorio, le storie, i progetti, il coinvolgimento della comunità locale. Dobbiamo ringraziare Antonio Blandi e Officine delle Idee, tutti quelli che vi lavorano. Vogliamo fare un’operazione nuova, seguire la strada – quella vicenda è un punto di partenza – che ci ha portato fin qui e che non si ferma. Stiamo tratteggiando questo “quadro d’autore”, dove ci vanno ancora tanti elementi di grande bellezza”.
Non manca un cenno a una interessante novità.
“La scoperta di nuovi mosaici il mese scorso e di mura e pavimenti nei lavori di questi giorni alla Villa Romana – notizia delle ultime ore – disvelano altra bellezza e fanno intravedere più che una villa, un villaggio o meglio, alla francese, une ville (una cittadina) pari alle grandi ville di Roma e dintorni innanzitutto (Settebassi, Quintili, Villa Adriana di Tivoli) sino alle grandi ville delle province come Spalato, quindi è bene raccomandare attenzione, perché non può più accadere che vengano tranciati preziosi pavimenti durante lavori pubblici o abbandonati i siti o non valorizzati, rinunciando a tante opportunità”.
Da qui alla proposta diretta a chi disegna le grandi infrastrutture. “Oltre la rotatoria già finanziata, serve – ha dichiarato l’amministratore – sulla statale 106 bypassare il sito archeologico, per poter appunto “ricongiungere” tutta l’area. L’importanza della archeologia e della storia del mondo, come pure della religione, sta nel fatto che chiariscono la genesi delle cose. Nel nostro caso, fin qui, le scoperte di un mondo, le terme, gli impianti, le frivolezze. Il signore della Villa romana in una cornice da ‘dolce vita’, gli emarginati e gli esclusi la loro voluttà la ricercavano nelle taverne, nelle locande e nei lupanari. Sale, comunque, la necessità di ampliare gli scavi, sale la soddisfazione per l’aumento esponenziale di visite alla Villa”. Con un monito finale. “La parola d’ordine è ‘condivisione’”. “Qui da noi – ha concluso – i paesaggi debbono tornare a “padroneggiare” negli occhi e nell’anima di molti. Dobbiamo guardarli con attenzione e valorizzarli”.