Scopo dell’intervento è quello di manutenere e migliorare le prestazioni delle coperture realizzate a protezione degli scavi archeologici, al fine di garantire la massima funzionalità delle strutture, per una ottimale conservazione dei resti della villa.
di Antonio Baldari
CASIGNANA – Villa Romana di Palazzi di Casignana comunque in fase avanzata di promozione del proprio prodotto, e quindi di progressione verso un più che radioso futuro turistico; tanto si evince dall’intervento che si inserisce nell’ambito delle previsioni finanziarie per l’esecuzione di lavori di “Completamento della copertura a protezione dei resti nell’area Est e revisione del restauro dei mosaici” a Casignana, Reggio Calabria, area archeologica della Villa romana A.F. 2021, per un totale di 200mila euro ‐ D.M. 21 dicembre 2020, rep. 593, con ricognizione degli interventi finanziati le risorse cui all’art. 1, co. 1072, della L. 27/12/2017.
L’area di proprietà demaniale e gestito, dal 1998, dal comune di Casignana, affaccia sul mare azzurro della costa dei Gelsomini, lungo la costa Jonica tra Bovalino e Bianco, e si distende oltre l’asse stradale S.S. 106 e collegata tramite un sottopasso, con “La monumentalità del suo impianto architettonico che è testimoniata dalla sua estensione pari a circa 6000 mq e la sua magnificenza dalla presenza del più vasto nucleo di mosaici finora conosciuto nella Calabria Romana” – si legge in una nota del Segretariato Regionale del Mic per la Calabria.
A protezione del sito, la cui vicinanza al mare sottopone le vestigia all’azione dell’aerosol marino e di venti di consistente entità, vi sono due coperture: quella posta ad ovest, realizzata dal Comune di Casignana, è in legno e in metallo mentre quella posta ad est, prossima alla costa, realizzata dall’Istituto Centrale per il Restauro, è costituita da elementi tubolari metallici connessi tra loro a formare una struttura reticolare che sorregge la copertura, curvilinea e discontinua: scopo dell’intervento è quello di manutenere e migliorare le prestazioni delle coperture realizzate a protezione degli scavi archeologici, al fine di garantire la massima funzionalità delle strutture, per una ottimale conservazione dei resti della villa.
Per la copertura ad ovest, dove il sito si compone di tre corpi di fabbrica denominati Corpo A, B e C., e per cui è necessario manutenere le gronde delle coperture e le travi in legno poste a sostengono della copertura, sono previsti principalmente i seguenti interventi: revisione della tenuta all’acqua degli elementi di copertura e loro eventuale impermeabilizzazione; revisione dei canali di raccolta dell’acqua ubicati negli impluvi degli elementi di copertura, previa pulizia degli stessi; revisione del funzionamento dei discendenti ed eventuale sostituzione ove ammalorati; manutenzione delle testate delle travi lignee ammalorate dall’esposizione diretta agli agenti atmosferici; realizzazione di idonee scossaline metalliche lungo il perimetro delle finestre a protezione della coibentazione ivi esistente.
Per la copertura ad est, che copre i mosaici con 7 distinte coperture contraddistinte con le lettere F1-F7, e che necessita di interventi manutentivi derivanti da ossidazione dell’intradosso delle gronde e dei pluviali, di un impianto elettrico/illuminazione e di un adeguato sistema di raccolta delle acque meteoriche, sono previsti invece principalmente i seguenti interventi: revisione della tenuta all’acqua degli elementi di copertura e/o loro impermeabilizzazione o eventuale sostituzione delle falde più ammalorate e/o di quelle di minore dimensione; modifica dei canali di gronda delle singole falde, per aumentare la loro portata e contemporaneamente evitare l’accesso delle acque meteoriche; sostituzione dei discendenti corrosi ormai privi della loro funzione di convogliamento delle acque piovane dalla copertura al suolo.
Ed ancora, la realizzazione di un canale per la raccolta dell’acqua piovana proveniente dai discendenti ubicati sul fronte longitudinale est, con pendenza verso l’angolo sud-est, fino ad intercettare l’esistente canale di raccolta delle acque meteoriche sul fronte sud; predisposizione di idonea soluzione per eliminare la vegetazione infestante che si sviluppa lungo il fronte interno del cordolo in c.a., con realizzazione di adeguati livelli di pendenza per il convogliamento delle acque meteoriche che vi ristagnano e/o con idonei sistemi di smaltimento; revisione del sistema di vetrate realizzate sul muro in c.a. verso la SS 106 in prossimità delle murature storiche, per impedire l’accesso delle acque meteoriche nelle soluzioni di continuità tra vetro e c.a.; realizzazione di impianto elettrico per l’intero perimetro dell’area archeologica tramite collegamento all’impianto elettrico attualmente presente fino al sottopasso, con predisposizione di punti luce sia a quota suolo che sulla struttura di copertura e posizionamento di corpi illuminanti.