di Redazione
Dopo Mario Congiusta, anche sua moglie e le sue figlie si uniscono alla protesta restituendo anche le loro tessere elettorali al Ministro della Giustizia privandosi del diritto di voto. «La lettera – spiega Mario Congiusta- è inviata p.c. anche al Ministro dell’interno Angelino Alfano perchè con perdurare del vuoto legislativo,il crimine organizzato continuerà ad avere a sua disposizione un mezzo di comunicazione, semplice ma efficace e, soprattutto, assolutamente inviolabile agli inquirenti, che consentirà, ai boss detenuti, di continuare ad impartire ordini agli affiliati».
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Di seguito la missiva firmata da Donatella Catalano, Roberta Congiusta e Alessandra Congiusta:
Egr. On. Ministro,
facendo seguito alla restituzione della tessera elettorale da parte del nostro rispettivamente marito e padre Mario Congiusta, le sottoscritte Catalano Donatella e Roberta ed Alessandra Congiusta, in allegati alla presente Le inoltriamo anche le nostre tessere elettorali.
Condividiamo totalmente la civile protesta del nostro congiunto Mario Congiusta, essendo, al pari di lui, indignate dall’indifferenza del suo ministero e delle altre istituzioni preposte a dare risposte e certezze ai cittadini specie in tema di sicurezza e repressione della criminalità organizzata.
Sono mesi che il nostro congiunto segnala ai parlamentari di tutti i partiti nonché a Lei On. Ministro oltre al Presidente del Consiglio Renzi ed al Presidente della Commissione antimafia Rosi Bindi, nonché alla Commissione Giustizia, un vulnus legislativo (inutilizzabilità delle lettere dei detenuti).
Dopo tante segnalazioni, nessuna risposta, al nostro familiare, come se si trattasse di un alieno e non di un cittadino italiano.
Anche noi, quindi, ci priviamo del diritto di voto sancito dalla Carta Costituzionale.
Le precisiamo che non stiamo chiedendo favori ma da cittadini attivi, pretendiamo e riteniamo di averne il diritto, che ognuno faccia il proprio dovere, al fine di rendere credibile il nostro Stato.
Ci chiediamo On. Ministro, a cosa serve parlare di legalità e di lotta alla criminalità se a questo vociare non seguono atti concreti, ovvero norme, necessarie agli organi inquirenti ed a quelli giudicanti.
Anche noi speriamo in una sua risposta, che sarebbe doppiamente doverosa nei confronti di familiari di vittime innocenti della criminalità anche se, preferiremmo un suo autorevole intervento nella qualità di Ministro della Giustizia, che sia da subito risolutivo del problema.
Nello specifico Le chiediamo la presentazione di un disegno di legge governativo che all’art.266 bis c.p.p. faccia seguire l’art. 266 ter c.p.p. così come previsto dal disegno di legge governativo( v. stampato camera C 1638). Tale testo che veniva approvato dalla camera dei Deputati il 17 aprile 2007 non sfociava poi in legge.
Ci teniamo a ribadire il concetto che, colmare il vuoto legislativo ampiamente descrittoLe da Mario Congiusta, non porterebbe alcun beneficio o utilità (ormai il danno è fatto) al processo in corso per l’omicidio del nostro Gianluca ma servirà ad evitare che in futuro, altri criminali possano farla franca per un cavillo legale.
Buon lavoro Onorevole Ministro
Da Siderno, luogo dove è stato ucciso Gianluca, martedì 11/11/2014.
Catalano Donatella, madre di Gianluca Congiusta, vittima innocente della ‘ndrangheta e dell’indulto.
Roberta Congiusta, sorella di Gianluca, vittima innocente della ‘ndrangheta e dell’indulto.
Alessandra Congiusta, sorella di Gianluca, vittima innocente della ‘ndrangheta e dell’indulto.
Tutti in attesa di giustizia da quasi dieci anni.