di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Il comitato “El puente per Carlo” ha scritto al presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio, per sollecitare un intervento dell’Ente sul caso che riguarda Carlo Iannuzzi, giovane ingegnere informatico di Roccella, aggredito un mese fa da alcuni balordi per le strade di Buenos Aires, e da allora ricoverato in condizioni piuttosto serie all’ospedale italiano della Capitale argentina.
Questo è il testo della missiva inviata al governatore della Calabria:
«Egregio Presidente Oliverio,
a seguito dell’evento delittuoso accaduto a Buenos Aires, nella notte del 27 novembre scorso, in cui un nostro corregionale residente a Roccella Jonica, Carlo Iannuzzi, è stato vittima di un tentato omicidio a scopo rapina, il dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, diretto da Riccardo Fatarella, è stato interpellato sia dal Console Generale Riccardo Smimmo sia dalla deputazione italiana eletta all’estero, nella persona di Ricardo Merlo, al fine di chiedere un intervento a sostegno delle spese per le cure mediche di Carlo. Il Comitato “El Puente per Carlo” ha, da parte sua, inviato una relazione documentata al Presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto. Ad oggi, tuttavia, non è stato possibile registrare nessuna risposta dalla Regione Calabria, dunque, né il Consolato né l’onorevole Merlo e tantomeno il Comitato sono a conoscenza delle procedure da seguire per avviare atti amministrativi risolutivi sul caso Iannuzzi. Carlo, 29enne ingegnere informatico, vive e lavora in Argentina dal marzo 2015 ma dopo l’aggressione, avendo riportato un forte trauma cranico, versa in stato di malattia all’Hospital Italiano di Buenos Aires, ovvero in una clinica privata perché l’ospedale statale in cui è stato inizialmente ricoverato si è dimostrato inadeguato per affrontare l’emergenza. È stato il Consolato a suggerire il trasferimento che è avvenuto previo consenso della famiglia. Attualmente Carlo si trova a dover rendere ai medici 50mila euro; i costi sono però destinati ad aumentare, tenuto conto del fatto che il processo di recupero del complesso della facoltà cognitive e senso-motorie si preannuncia lungo e faticoso. A un mese dai fatti di Buenos Aires, con la notizia che ormai circola sui media nazionali italiani e argentini, il Comitato “El Puente per Carlo” chiede un Suo intervento affinché si capisca come la Regione Calabria intenda prendere posizione su un evento del tutto grave ed eccezionale al fine di attivare i canali politico-istituzionali in grado di produrre atti a tutela del diritto alla salute e alla cura».
Allegato alla lettera, il comitato ha inviato un breve profilo biografico di Carlo Iannuzzi:
«Carlo Iannuzzi, il profilo e la storia
1. PRIMA DI BUENOS AIRES
Dopo essersi laureato nel 2011 in Ingegneria informatica presso l’Università della Calabria Carlo Iannuzzi è subito assunto a tempo indeterminato in qualità di analista programmatore presso la Società Almaviva S.p.A. di Bologna, dove lavora per 3 anni, fino a Settembre 2014. È quell’epoca in cui i sogni bussano alla porta e Carlo non può fare altro che aprire. Sorprendendo tutti decide di rinunciare al suo tranquillo e comodo lavoro a tempo indeterminato (sogno e chimera per molti giovani come lui) per dare atto alla umana libertà di movimento. Si dimette, e per i successivi 6 mesi programma nei dettagli la partenza, conservando nella mente e nel cuore la Calabria e la sua Roccella dove promette di volere ritornare per dare il suo contributo a “costruire qualcosa”, animato dalla sua forte convinzione che “un altro mondo è possibile”!
2. A BUENOS AIRES
Finalmente il 04/03/2015, non senza un pesante fardello di nostalgia, inizia il viaggio: lascia l’Italia ed il 05/03/2015 arriva a Buenos Aires. Provvisto di un regolare Visto Turistico, valevole 90 giorni e prorogabile per altri 90 giorni, poi trasformatosi in Permesso di Residenza Temporanea fino al 09/09/2016, Carlo è inizialmente ospite a casa di amici. Inizia a visitare Buenos Aires e si reca nel Nord dell’Argentina, per perfezionare la sua conoscenza della lingua e del luogo. Si adopera comunque fin da subito nella ricerca di un lavoro e di un alloggio. Dopo i tanti curricula inviati e colloqui sostenuti, viene finalmente assunto in data 15/09/2015, con contratto a tempo pieno indeterminato firmato in data 20/08/2015, in qualità di Analista Programmatore, presso la Società Arte Grafico Editorial Argentino S.A.Trova un alloggio e si trasferisce nel quartiere popolare di Almagro, poco frequentato dai turisti dove vive da “argentino” tra gli argentini, si iscrive addirittura ad una scuola di tango per “sincronizzare i battiti del suo cuore con quelli dell’Argentina”. Tutto procede per il meglio, Carlo è un giovane italiano perfettamente inserito nel tessuto sociale e produttivo di Buenos Aires.
3. IL FATTO
Alle ore 03:30 del giorno 27/11/2015 un passante vede due uomini correre sulla Via pubblica Peron 3333, insospettito torna su suoi passi e trova Carlo in stato di incoscienza riverso in terra con una gravissima ferita alla testa dalla quale esce copiosamente sangue. L’uomo chiama il pronto intervento che invia dopo circa 20 minuti un’ambulanza. Carlo viene condotto d’urgenza, in Codice Rosso, al più vicino Ospedale, ovvero il Ramos Mejia. Il fatto, che si può senz’altro interpretare come un atto delittuoso provvisto di tutte le caratteristiche del tentato omicidio, è stato denunciato alla polizia argentina.
4. IN OSPEDALE
La tomografia computerizzata del cervello evidenzia un ematoma subdurale acuto della parte destra con deviazione sulla linea mediana; viene effettuato l’intervento di craniotomia decompressiva della parte fronte-temporale-parietale destra per la fuoriuscita dell’ematoma subdurale, ovvero è rimossa una parte di cranio per consentire la fuoriuscita del sangue che stava comprimendo il tessuto cerebrale. Attorno alle ore 12:00, ora italiana, del 28/11/2015 il fratello Elio riceve la notizia attraverso un messaggio inviato via Facebook; Elio contatta il Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires, nella persona del Vice Console Gianluca Guerriero il quale, considerata l’insufficienza delle attrezzature medico-sanitarie dell’ospedale Ramos Meja, consiglia il trasferimento d’urgenza all’Hospital Italiano de Buenos Aires. Quest’ultimo è una clinica privata dai costi particolarmente esosi – 400 euro al giorno solamente per il posto letto – e però totalmente attrezzata ad affrontare lo stato di malattia di Carlo. Il trasferimento è avvenuto, con il consenso della famiglia, il giorno stesso con orario di ricovero 19:44.
5. LA SITUAZIONE ATTUALE
Carlo resta ricoverato presso l’Hospital Italiano di Buenos Aires dove, dopo quasi venti giorni di terapia intensiva, la degenza si prospetta assai lunga e faticosa. Data la gravità del trauma i segnali di ripresa che dimostra sono importantissimi, ma la piena riabilitazione del complesso delle sue facoltà psicofisiche nonché l’intervento di ricostruzione della parte di osso del cranio rimossa in seguito alla craniotomia rimangono un processo lento e non senza difficoltà.
6. ULTIMI AGGIORNAMENTI
Per l’inizio del mese di febbraio 2016 è stato fissato l’intervento chirurgico di ricostruzione dell’osso cranico rimosso in seguito alla craniotomia. Nel frattempo Carlo lascerà l’Hospital Iataliano per essere trasferito in un centro per la riabilitazione neurologica e senso-motoria».