di Gianluca Albanese (foto e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – «Sono contento. Le criticità emerse nella vicenda che mi riguarda ritengo che siano riconducibili al sistema italiano dell’accoglienza. Ma Riace dimostra nella pratica che è altro rispetto ai progetti Sprar del resto d’Italia».
Chi ha visto entrare il sindaco Mimmo Lucano entrare nella sede del Gruppo di Locri della Guardia di Finanza alle 16,30 per sottoporsi all’interrogatorio condotto dal capo della Procura D’Alessio e dal magistrato Toscano giura che alle 19,30, quando esce, ha il volto molto più disteso rispetto a tre ore prima.
Assistito dagli avvocati Mazzone e D’Acqua, Lucano ha reso delle dichiarazioni spontanee (oltre che rispondere alle domande dei magistrati), ammettendo che «Alcuni aspetti gestionali sono sicuramente migliorabili» ma ha tenuto a definire semplici «Contestazioni» le accuse di truffa e concussione mosse dagli inquirenti nell’ambito della gestione dei progetti di accoglienza iniziati nel 1998 nel suo paese dichiarandosi, al termine del lungo interrogatorio «Più tranquillo e certo di non deludere chi guarda al modello-Riace come qualcosa a cui ispirarsi».
Lucano, che prima di entrare ha ricevuto la visita del presidente della commissione Antimafia del consiglio regionale Arturo Bova, ha detto di non aver parlato, questo pomeriggio, dei presunti conflitti d’interesse che riguarderebbero un’addetta al monitoraggio del progetto Sprar di Riace, pur ammettendo che «Chi compie attività del genere – ha dichiarato – non dovrebbe aver interessi in questo settore, almeno nella stessa regione».
Fuori dalla porta, lo hanno atteso per tre ore due mediatrici culturali di origine africana e un attivista del Fronte per la Liberazione del popolo curdo, che risiede a Riace dal 1998.
«E’ tutta una questione politica», dichiara il curdo ai microfoni dei cronisti, mentre una mediatrice culturale aggiunge che «Ho due figli e cerco di interpretare il pensiero di tutti gli ospiti del progetto di accoglienza se dico che se Lucano un giorno non sarà più sindaco il nostro futuro non sarà più a Riace».
L’attivista curdo, particolarmente loquace, ha ribadito il suo punto di vista di fraterno amico di Lucano, aggiungendo che «Lui fa sempre del bene non solo agli immigrati, ma anche ai cittadini di Riace e dei comuni limitrofi. Spesso non ha in tasca nemmeno i soldi per il carburante della propria auto, ma è sempre pronto a lavorare in municipio per difendere i diritti dei cittadini».
Non rimane, a questo punto, che attendere gli sviluppi dell’inchiesta, che ha attirato l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica nazionale, vista la popolarità del modello Riace che ha ispirato anche una fiction che prossimamente andrà in onda sulla Tv di Stato in cui il ruolo del sindaco Lucano è interpretato da Beppe Fiorello.
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