R. & P.
ROCCELLA – Lo sbarco a Roccella Jonica e il trasferimento dei migranti, parecchi dei quali sono risultati positivi al Covid-19, ad Amantea e a Bova Marina, impone una seria considerazione fatta senza cadere in diatribe ideologiche e di parte; ciò nel rispetto e anche nell’interesse di una popolazione, quella calabrese, che vive e va avanti tra mille difficoltà.
Dopo il lungo periodo di totale chiusura che ha vissuto tutto il paese e il mondo intero, per periodi più o meno lunghi,
dopo aver rispettato le regole, dopo aver registrato in Calabria, per nostra fortuna, pochi contagi e scongiurato il peggio visti i tanti morti per la pandemia è necessario ritornare a vivere.
La nostra è una regione segnata nel tempo, abbandonata a se stessa dai governi centrali e poco tutelata dalla politica,
dopo mesi di chiusura totale, che ha contribuito a stremare il territorio, ha bisogno di risollevarsi al più presto.
Se da un lato la giunta e il consiglio regionale lavorano per far ripartire la Calabria, dall’altra il governo centrale fa finta di
non vedere ciò che succede sulle nostre coste.
Il premier Conte sta pensando di prolungare lo stato di emergenza sanitaria, prende in considerazione il possibile
slittamento al 1 ottobre per l’apertura delle scuole, prevede un autunno pesante per effetto covid, sia dal punto di vista
sanitario che economico, ma inspiegabilmente non interviene con i ministri della Salute e degli Interni per salvaguardare
e tutelare la Calabria.
Le proteste dei cittadini di queste ultime ore sono legittime e non possono essere liquidate con i soliti facili slogan sull’accoglienza né apostrofati come comportamenti razzisti.
La Calabria chiede sicurezza e i migranti sbarcati vanno trasferiti in luoghi sicuri che nella nostra regione non possono
che essere le navi quarantena da collocare davanti alle coste per effettuare i controlli sanitari e assicurare la quarantena
per quelli positivi al virus.
La scellerata gestione dello sbarco di Roccella la stanno già pagando i Calabresi. Il riconoscimento dei pakistani fatto
prima dell’esito dei tamponi ha messo a rischio decine di persone; oltre i volontari messi in quarantena sarebbero 25 i
poliziotti sottratti al servizio precauzionalmente per aver partecipato alle operazioni.
Non c’è spazio per passerelle mediatiche o facili populismi, chi mette in discussione la millenaria storia di accoglienza
del popolo calabrese è in mala fede e persegue solamente interessi di parte; qui è in gioco il destino di una regione che
non può diventare pre-triage dell’Italia o addirittura del’Europa.
Se il Governo non provvede e continua a tollerare, o addirittura favorire, gli sbarchi in modo incontrollato alla sua
insipienza risponda la Regione con azioni forti per tutelare la salute dei cittadini ed evitare che chi proviene da luoghi in
cui sono presenti vasti focolai cancelli i sacrifici di questi ultimi mesi.
Maria Adele Bottaro
Giuseppe Serranò
Componenti assemblea nazionale Fratelli d’Italia