DAL SINDACO DI MONASTERACE MARIA CARMELA LANZETTA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA:
Con riferimento alla nota “amici della dott. Raspa”, siamo ancora costretti a fare delle precisazioni puntuali e dettagliate riguardo alla “questione” inerente la costituzione parte civile del Comune di Monasterace.
Questi i fatti così come si sono realmente svolti.
La giunta comunale ha votato ad aprile, con deliberazione n. 34 del 16.04.2013, la costituzione di parte civile nei confronti di un dipendente comunale nel procedimento penale n. N. 1025/12 R.G.N.R. e N. 269/13 R.G.I.P. L’Assessore delegato al contenzioso Clelia Raspa non ha votato, in quanto ha dichiarato di essere “in malattia per rottura del polso”.
L’Amministrazione Comunale comunica l’adozione della delibera al legale dell’Ente che, in riscontro, con comunicazione ufficiale del 20 maggio, prende atto del procedimento penale e della delibera e, evidenziando che nel detto procedimento vi sono altri soggetti indagati, fa presente all’Amministrazione la possibilità di estendere la costituzione di parte civile anche nei confronti di detti soggetti.
La sera del 3 luglio, non avendo ricevuto la seconda deliberazione, l’avvocato chiede al sindaco di esplicitare la volontà politica della giunta. Il sindaco la convoca per le 18.00 del 4 luglio, in attesa del ritorno della Segretaria da Reggio dove si trova per un convegno. Nel frattempo l’assessore Raspa telefona all’avvocato dell’Ente. In pratica avrebbe avuto anche il tempo per chiedere informazioni all’Ufficio Amministrativo. Lo fa invece solo nella riunione di giunta. Pertanto la Segretaria telefona a “viva voce” al Legale dell’Ente, ma la dott.ssa Raspa deve andare via chiamata da una paziente. Al suo ritorno la Segretaria le comunica, in presenza di tutti i componenti della giunta, il “parere tecnico-legale” dell’ avvocato dell’Ente, ma l’assessore Raspa decide di votare No senza motivarlo, mentre il resto della giunta vota per il Si.
Approfondimenti del caso:
l’assessore Raspa riferisce ai giornali di essere venuta a conoscenza solo il 12 Luglio della comunicazione inviata dal Legale del Comune di Monasterace all’Amministrazione il 20 maggio, con la quale il Legale chiedeva informazioni e documentazione al fine di poter compiere una complessiva valutazione tecnico-giuridica dei fatti oggetto del processo penale.
L’Assessore Raspa non poteva non sapere di detta comunicazione del 20 maggio. O meglio, NON DOVEVA non sapere, essendo Assessore delegato al contenzioso (delega conferitale dallo stesso Sindaco), e dovendosi pertanto interessare, per preciso incarico istituzionale, delle vicende legali del Comune ed in particolare di quelle più “delicate”, come quella afferente alla costituzione di parte civile in un procedimento penale. La mancanza di attenzione dell’Assessore competente sulla specifica questione legale non può essere imputata al Sindaco o agli altri componenti dell’Amministrazione, ma esclusivamente all’Assessore stesso, che non si è occupata delle vicende di sua spettanza, pur essendo i relativi atti presenti in Comune da molto tempo.
L’assessore ha sostenuto, sempre sui giornali, che il suo voto negativo è stato determinato dalla mancanza di approfondimenti, nel corso della Giunta tenutasi il 4 luglio, sulla questione. L’Assessore parla del suo voto come “opportuno e cautelativo”, in assenza di adeguate spiegazioni.
Tale ricostruzione contrasta però con quello che è stato il voto finale espresso dall’Assessore, che è stato un voto negativo e non di mera astensione. Se infatti l’Assessore avesse voluto effettivamente maggiori ragguagli, ed avesse su questo punto incentrato il suo dissenso, avrebbe ben potuto astenersi, dichiarando di non essere nelle condizioni per assumere una qualsiasi decisione in merito (né in senso positivo né in senso negativo). La prassi vuole infatti che se per un motivo qualsiasi ritengo di non essere informata su ciò che sto per votare, ho il dovere di astenermi, e non di manifestare un mio voto (negativo o positivo).
Il voto negativo espresso in Giunta, invece, ha un preciso significato politico, che non può certamente richiamarsi al mancato approfondimento istruttorio della pratica (mancato approfondimento imputabile, comunque, sempre allo stesso Assessore, delegato al contenzioso, come sopra evidenziato).
Maria C. Lanzetta
Sindaco di Monasterace