Ne discuteranno il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il senatore Nicola Irto, modera il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Giuseppe Soluri
R. & P.
CATANZARO – «Nel 1983 ho mosso i primi passi nel Palazzo mentre Amintore Fanfani, il grande aretino, uno degli artefici della ricostruzione italiana, stava per rassegnare le dimissioni dal governo. Oggi, dopo quarant’anni, la romana Giorgia Meloni, orgogliosamente di destra, è diventata da qualche tempo la prima presidente del Consiglio donna del nostro Paese. È passata una vita ed è cambiato il mondo. Sono grato al destino che mi ha consentito di conoscerli entrambi, come tutti i massimi protagonisti della vita della Repubblica.»
«Ci sono momenti in cui tutto torna: i mille pezzi del puzzle vanno al loro posto e la visione si apre nitida davanti a noi. Come il sereno che arriva dopo un temporale. Il 29 gennaio del 2022, entrando nell’aula di Montecitorio per votare il bis di Sergio Mattarella e poi assistere alla sua proclamazione, ho ricevuto un applauso caldo e inaspettato. Quell’accoglienza calorosa è stata come il pezzo mancante di un puzzle che completa il quadro, regala l’immagine finale, la soddisfazione di aver compiuto il proprio dovere fino in fondo». Pier Ferdinando Casini è la memoria storica di questi ultimi quarant’anni anni di politica italiana. Ha attraversato la Prima e la Seconda Repubblica: dal suo emozionante esordio in Parlamento, al rapporto con le personalità più importanti della Democrazia Cristiana, passando per Tangentopoli, i governi di centro-destra e la presidenza della Camera, oggi è senatore decano della Repubblica. Il suo è un testo potente che sa ricostruire con sguardo saggio e acuto i momenti salienti di un’esistenza al servizio della cosa pubblica. E poi c’è la sua Bologna dove tutto comincia, la sua famiglia di origine, i suoi figli, i maestri della Dc e il mondo cattolico, il rapporto con i presidenti del Consiglio che si sono succeduti, la sua passione per la politica estera: un patrimonio di esperienze che è anche una precisa indicazione per le nuove generazioni di politici. Tra aneddoti, ricordi, riflessioni e speranze, la storia italiana passa attraverso il filo della memoria di uno dei suoi più autorevoli protagonisti che, per la prima volta, ha deciso di raccontarsi e raccontare.