di Redazione
CATANZARO – Il 17 gennaio si celebra la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue locali, che è stata istituita nel 2013 dall’UNPLI – Unione nazionale delle Pro Loco con l’obiettivo di sensibilizzare sia le istituzioni che le comunità locali sulla necessità di valorizzare e tutelare gli idiomi locali, considerati patrimonio culturale.
Ispirandosi a tale obiettivo, l’associazione CulturAttiva ha promosso nella mattinata di domenica scorsa l’iniziativa “Catanzaru e na vota”, una visita guidata molto particolare il cui itinerario era composto da alcuni dei luoghi più iconici nel contesto del linguaggio popolare, luoghi spesso conosciuti con una denominazione dialettale, piuttosto che con quella attribuita loro dalla toponomastica ufficiale.
L’iniziativa, molto apprezzata dai partecipanti e collegata alla campagna di tesseramento 2024, ha avuto inizio dall’ingresso di Villa Margherita ed è proseguita conducendo il gruppo nell’area considerata l’antico nucleo della primitiva città bizantina: il quartiere Grecìa.Il “viaggio” alla riscoperta della Catanzaro di un tempo ha avuto come tappe anche il quartiere Maddalena, con la sua Discesa Filanda; il quartiere Stella; il Pianicello dove, tra l’altro, è ubicata la casa natale di Nino Gemelli, regista, attore e drammaturgo, che ha scelto di esprimersi proprio nella lingua della sua città ed ha profuso un grande impegno per la valorizzazione e tutela del dialetto. Anche il larghetto oggi denominato Piazza la Russa e conosciuto con l’appellativo di “Coculi” ha arricchito l’itinerario proposto insieme a via De Grazia e al quartiere Case Arse.
Uno dei fattori che ha fatto da stimolo all’iniziativa è sicuramente l’importanza di raccontare e far conoscere i luoghi meno frequentati della città di Catanzaro, riscoprendone le origini, l’importanza storica e l’anima popolare che donava vitalità e fascino agli antichi quartieri.
Era proprio in queste zone che il dialetto di Catanzaro riecheggiava nei decenni passati, in un clima di socialità ormai perduto e durante la visita guidata sono state fornite diverse informazioni sulle origini e le caratteristiche di questo idioma popolare e sulle principali influenze da parte delle lingue parlate dai popoli che hanno maggiormente inciso sulla storia e la cultura del territorio.
Il dialetto catanzarese è un idioma italo-romanzo e deriva dal latino, ma è stato fortemente influenzato dal greco che ha rappresentato la principale influenza esterna soprattutto a causa della millenaria presenza dei greci in Calabria, prima attraverso il greco antico e, posteriormente, tramite il greco bizantino, i quali sono coesistiti per lungo tempo sul territorio accanto al latino.
L’influenza del greco si può riscontrare a livello lessicale, dal punto di vista fonetico (esempio: la pronuncia aspirata della lettera “f” accompagnata dalle vocali) e anche in alcune strutture verbali come quella con il “ma”: vogghiu ma mangiu (voglio mangiare).
A suggellare il tour sono stati i versi pieni di nostalgia di “A ruga mia”, poesia del poeta dialettale Franco Mustari che descrivono appieno le atmosfere che animavano un tempo il rione Case Arse, conosciuto anche come “u Zingareddhru” (lo Zingarello). I versi sono riportati su un pannello posto all’entrata del rione e realizzato a cura della Pro Loco cittadina.