di Redazione
CAULONIA – «Da 17 anni ha scelto di vivere il suo ministero di parroco nel rione Forcella di Napoli come un atto di responsabilità sociale nei confronti degli emarginati. Il suo impegno individuale è la ragione per cui abbiamo scelto di premiare don Luigi, certi che il suo esempio sarà efficace per la nostra attività futura». Con questa motivazione la fondazione Angelo Frammartino ha conferito ieri sera a Caulonia il premio 2017 a don Luigi Merola, giovane prete napoletano da diversi anni impegnato in quel di Forcella nel recupero di giovani e bambini, che cerca di sottrarre alle mire della criminalità organizzata.
Al dibattito dal tema “Pace è inclusione”, moderato da Teresa Franco, è intervenuto anche il gip di Reggio Calabria Filippo Aragona, il quale ha offerto una prospettiva storico-culturale sulla complessità delle questioni che deve porsi un amministratore della giustizia. «I flussi migratori – ha spiegato il magistrato reggino – sono una fonte di ricchezza infinita. In questo senso Caulonia rappresenta un esempio di inclusione grazie alle politiche di accoglienza. Tuttavia – ha evidenziato – bisogna evitare che le persone vengano sfruttate». Poi il ciclone Merola, che con foga, spirito, humor e verve tutti partenopei, ha spaziato a 360 gradi sui problemi che lui tocca con mano ogni giorno nella sua Napoli, tra criminalità e voglia di cambiare. Contraddizioni che sembrano insormontabili, ma che solo partendo dal basso, dall’istruzione, si possono, forse, risolvere. «Quando arrivai a Forcella ho fatto cittadinanza attiva rompendo le scatole e riportando i bambini a scuola – ha rimarcato il parroco – oggi i giovani sanno a memoria tutte le battute di Gomorra, un film che per loro non deve essere un modello, perché lì lo Stato non esiste». Quindi un appello diretto: «State lontani dalla droga, la droga è morte, fa perdere lucidità, chi dice che va legalizzata è un imbecille. Mi auguro – ha concluso – che come Angelo ci siano tanti ragazzi disposti a spendersi affinchè sia il bene a fare rumore».
Un plauso all’iniziativa è giunto dal sindaco di Caulonia Caterina Belcastro. «Pace e inclusione sono i più umani dei diritti. L’eredità di Angelo – ha osservato il primo cittadino – ci deve far riflettere sul senso della sua vita. Solo dalle scuole e dai giovani si può partire per superare quell’impostazione culturale che vede l’egoismo al centro di ogni cosa».