di Gianluca Albanese
CAULONIA – Più che “mosse” si sono “rotte” le acque. Ci sia perdonata la metafora da reparto di Ostetricia, ma il lavoro della giunta comunale di Caulonia, ha “partorito” nel corso della riunione di giunta di giovedì scorso due importanti risultati nella lotta per ripristinare il servizio di erogazione dell’acqua potabile nei rubinetti del centro storico.
Innanzitutto, infatti, l’esecutivo guidato dal sindaco Ninni Riccio ha approvato la perizia tecnica dei lavori di pronto intervento per adduzione acqua dalla sorgente di Stramerca alla condotta premente della Sorical per servire, appunto, Caulonia capoluogo, redatta dal responsabile dell’area Tecnica Manutentiva del Comune per una spesa di 60.000 euro, 50.000 dei quali saranno a carico della Provincia e 10.000 li pagherà il Comune con fondi del proprio bilancio. Si tratta, per intenderci, della soluzione-tampone proposta da quasi un anno dal consigliere provinciale Piero Campisi e che ora gode del supporto di fattibilità tecnica accertata da tutti gli elaborati del caso. La delibera numero 303, appunto, ne prevede l’approvazione, anche se impegna l’esecutivo a provvedere, con successivo atto deliberativo, ad individuare le modalità di esecuzione dei lavori. Insomma, si sa che i lavori di pronto intervento verranno eseguiti, ma non si sa ancora come e quando. Basterà a placare le ire dei cittadini che nel corso della riunione di martedì 25 protestarono vivacemente durante l’illustrazione del progetto di riefficientamento del vecchio acquedotto idropotabile, dando un vero e proprio ultimatum per avere l’acqua potabile a metà luglio? Vedremo.
Intanto, con delibera numero 299, sempre del quattro luglio, il progetto per rimettere in sesto il vecchio acquedotto (che entro un anno dovrebbe riportare in maniera stabile e strutturale l’acqua potabile nel centro storico) e che è stato redatto col supporto fondamentale dell’ingegner Attilio Verbena, è stato approvato per un totale generale di 850.000 euro; esattamente lo stesso importo del mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti lo scorso 19 dicembre, che però era stato contratto per realizzare ex novo un altro acquedotto, capace di servire sia il centro che la marina, i cui costi, come si ricorderà, a seguito di un successivo approfondimento, si sono rivelati molto più alti, tanto da indurre l’esecutivo ad accantonare l’ipotesi di realizzare un nuovo acquedotto, ripiegando sul riefficientamento di quello di Stramerca.
Resta solo un’ultima considerazione da fare. Lo scorso 20 maggio, in Consiglio, sia il sindaco Riccio che l’assessore Cavallo dissero che il costo per ripristinare il vecchio acquedotto di Stramerca sarebbe stato compreso tra 250.000 e 300.000 euro, prefigurando l’ipotesi di uno storno parziale dei fondi reperiti col mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti. Ora approvano un progetto il cui costo complessivo è di 850.000 euro, per realizzare la stessa opera. Sottovalutazione iniziale dei costi o inflazione galoppante?
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