RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
CAULONIA – Dalle colonne dei quotidiani e dai canali Web è balzata la notizia della mancata novena della Madonna del Carmine con i relativi festeggiamenti a causa delle dimissioni, da Cappellano della Confraternita dell’Immacolata di Caulonia, presentate dal Parroco don Fabrizio Cotardo.
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Innanzi tutto rivolgiamo un caloroso ringraziamento a S.E. il Vescovo che, con le parole di Papa Francesco, sollecita la comunità cauloniese: “Costruite ponti e non divisioni”
A tale caloroso messaggio rispondiamo non solo con l’accettazione, con la condivisione, facendo nostra l’esortazione a così operare e a fare, ma ci premuriamo di assicurare il nostro Pastore che abbiamo, da sempre, seppure con i nostri limiti, cercato di dare pratica attuazione al “costruire ponti e non muri”.
Diciamo ancora grazie al nostro Vescovo per la sua lettera aperta, inviata all’Arciconfraternita dell’Immacolata. Professiamo a Sua Eccellenza, quale amabile Pastore della chiesa di Gerace Locri, la nostra disponibilità più vera, assicurando che, umilmente, innalzeremo la nostra preghiera comunitaria nella totale fiducia che essa, con l’intercessione della Vergine santa del Carmelo, possa essere gradita al suo Figlio Unigenito Gesù Cristo e lo Spirito Santo possa far scendere un raggio della sua luce indefettibile a rischiarare i cuori, si che, in ognuno di essi, rigeneratrice, pulsi possente la forza dell’attuazione della carità, dell’amore, della verità.
Già il nostro priore Paolo Suraci, a nome dell’intera Confraternita, ha bene espresso, mediante telegramma , il più profondo, sincero e compiaciuto sentimento di obbedienza e gratitudine per l’altissima lettera aperta, invocando la preghiera per la prosecuzione, con rinnovata e maggiore forza, nel coraggioso percorso di perdono e rispetto reciproco, tracciato da Sua Eccellenza con la lettera aperta.
Il nostro servizio, che, amabilmente, il Vescovo stesso definisce “molto operativo” si è sempre svolto, in un cammino unitario, “dentro la comunità parrocchiale, di cui il Parroco è il Pastore proprio e il primo responsabile”.
Ci pregiamo, pertanto, rassicurare che non ci siamo mai atteggiati, e giammai “percepiti”, né il nostro comportamento ha potuto indurre chicchessia a farci percepire, come “una parrocchia nella parrocchia”.
Né, tantomeno, abbiamo mai, neanche involontariamente, provocato preoccupazione in chiunque volesse ritenere di sentire “che possano avviarsi, nella parrocchia, attività parallele che possono minare la comunità parrocchiale, provocare scandali e dare aditi a percorsi alternativi”.
Mai.
Siamo stati e siamo ben consapevoli e, soprattutto, scientemente rispettosi dei ruoli che, canonicamente, sono attribuiti sia alla parrocchia sia alla confraternita.
Restiamo nella ferma convinzione che, tutte e due, armoniosamente integrate e sotto la guida pastorale del Parroco, debbano assolvere, nell’ambito e nel rispetto dei propri ruoli, “l’impegno al perseguimento di testimonianza cristiana, di partecipazione e di condivisione delle finalità proprie della Chiesa”.
Ci hanno rattristato ma anche sorpreso, e non poco, le dimissioni di don Fabrizio da Cappellano della nostra Arciconfraternita, proprio perché i nostri comportamenti nei suoi confronti non hanno mai inteso né scavalcarlo né, tantomeno, esautorarlo dalle funzioni proprie di Cappellano-Parroco. I nostri rapporti con il Cappellano-Parroco sono stati sempre non solo buoni, ma, sotto ogni profilo, ottimi, nel massimo rispetto dei ruoli, nella più proficua collaborazione, nella disponibilità più piena e, in ogni campo, nella venerazione affettuosa e sincera.
Sarebbe certamente ipocrita non ammettere che la novena ci è mancata.
Così com’è mancata alla comunità cauloniese. Ci sono mancati quei momenti di preghiera comunitaria, di solenne celebrazione dell’Eucarestia, dell’ascolto della parola di Dio. Il non aver celebrato il novenario, tributando i relativi festeggiamenti alla Madonna del Carmelo, non scalfirà minimamente quella fede e venerazione alla Mamma celeste che le generazioni di Caulonia hanno, lungo i secoli, sempre vivamente vissute e trasmesse.
Il più delle volte, inconsapevolmente, il fraintendimento con la sua opacità adombra e incrina i rapporti in una comunità, ed è proprio allora il caso di porre in attuazione il messaggio di Papa Francesco, anche perché il dialogo improntato e sostenuto dallo spirito evangelico, diventa l’anima e il sostegno di ogni cammino pastorale.
E dove e quando in una comunità non si registrano malevoli tentativi di seminare zizzania?
Come il “loglio ubriacante” non manca, in ogni dove e quando, di infiltrarsi tra la messe di grano biondeggiante, così non mancano i dissidi e le divisioni, generati da un manipolo di persone che tenta, in ogni modo, di frangere l’unità del popolo di Dio.
Del resto il correre di sette anni che ha visto don Fabrizio pastore della comunità di Caulonia non può che costituire la prova inconfutabile di quanto la comunità cauloniese abbia seguito con dedizione e aderenza, praticate e vissute, le sue direttive pastorali.
Ripetiamo, ancora una volta, a don Fabrizio la nostra più cara ed affettuosa devozione di parrocchiani e confratelli con la calorosa preghiera di voler riprendere la guida spirituale della comunità confraternale, che, certamente, è parte integrante e sostanziale di quell’ovile la cui cura, come dice Papa Francesco, fa puzzare di pecore il vero Pastore.