di Ilario Balì
CAULONIA – Prima le dimissioni da cappellano dell’arciconfraternita dell’Immacolata in seguito alle elezioni del nuovo priore, quest’ultime non ratificate dal vescovo. Poi il ritiro della pisside con le ostie consacrate dal tabernacolo della chiesa scortato dai carabinieri. Nel giro di qualche mese don Fabrizio Cotardo, parroco di Caulonia, è passato dalle parole ai fatti proprio a ridosso del periodo quaresimale e in vista degli attesissimi appuntamenti con i riti della Settimana Santa. Un gesto clamoroso e inatteso che non è passato inosservato agli occhi dei fedeli, che ora temono per il regolare svolgimento delle liturgie pasquali, e che ha di fatto creato una frattura tra clero e confraternita. Intanto l’ormai secolare appuntamento con le “tre serate”, da sempre molto sentito e partecipato dalla comunità religiosa, per la prima volta nella storia non avrà luogo. «La indisponibilità e le dimissioni del cappellano-parroco, di fatto, hanno determinato la non celebrazione di tale solennità, come ogni altra funzione liturgica – ha spiegato il priore della congrega Paolo Suraci – Ciò provoca disagio e sofferenza nella comunità che continua a non capire. Al contempo ho ritenuto di assecondare le sollecitazioni dei confratelli, anche alla luce delle parole del vescovo Oliva di pregare a prescindere dalle dimissioni del cappellano-parroco». C’è tuttavia una parte di paese schierata apertamente a fianco di don Fabrizio. «La comunità interparrocchiale di Caulonia – si legge in una nota – si dissocia dai fatti avvenuti recentemente, creati da una sparuta parte di essa, e tendenti a denigrare non solo l’unione e la laboriosità della stessa ma anche l’operato dell’amatissimo parroco che si prodiga instancabilmente per soddisfare tutti i bisogni della popolazione. L’impegno e la devozione del parroco non possono e non devono essere vanificati da un piccolissimo numero di persone che deliberatamente cerca di creare disagio e divisione. “Disagio e sofferenza” non appartengono affatto a quella porzione di popolo di Dio che vive in piena sintonia con l’operato del parroco secondo le indicazioni del vescovo. A nessuno pertanto è concesso il diritto di ledere la dignità della maggior parte della comunità cauloniese e del suo parroco che non ha scelto di venire in questa cittadina ma è stato mandato per grazia di Dio».