di Gianluca Albanese
CAULONIA – L’ordine professionale degli architetti della provincia di Reggio Calabria ha fatto opposizione nei confronti di due bandi emessi lo scorso 18 giugno dal Comune di Caulonia. Lo si apprende da fonti interne allo stesso ordine, che hanno motivato la decisione con la contestata assenza delle cosiddette “griglie di valutazione” dei requisiti professionali e d’idoneità previsti dal bando. Insomma, i bandi stessi sarebbero, a giudizio di chi ha promosso l’opposizione, viziati da un eccesso di discrezionalità da parte della commissione di valutazione, tanto che il giudizio di quest’ultima sarebbe insindacabile, oltre che caratterizzati dalla stessa assenza di criteri oggettivi di valutazione.
I due bandi in questione sono il numero 79 (concernente l’affidamento d’incarico per l’esecuzione della progettazione definitiva-esecutiva, la progettazione della sicurezza cantieri e la direzione lavori, il coordinamento sicurezza in fase di esecuzione lavori, lo studio geologico, il collaudo, relativo ai lavori che riguardano la realizzazione del progetto denominato “Albergo diffuso”, facente parte dei Pisl del Por Calabria Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013 per l’importo di 659.069,12 euro) e il numero 80 che presenta le medesime caratteristiche ma che riguarda, invece, la realizzazione del progetto per la diffusione e la conservazione della cultura e delle tradizioni popolari, per un importo complessivo di 746.948,95 euro. Insomma, un milione e mezzo di fondi previsti dall’attesissima “stagione” dei Pisl, coi lavori che devono essere consegnati entro il mese di luglio ma sui quali ora, inevitabilmente, pende la spada di Damocle dell’intervento dell’Autorità di vigilanza.
La ratio dei due bandi è semplice, e comune a quella di altri Enti: l’ufficio tecnico municipale deve redigere i progetti ma non ha le risorse umane e il tempo di farli e allora emana i bandi per affidare il lavoro a terzi. Ma secondo l’ordine degli architetti lo fa con dei bandi in cui oltre ai termini e ai requisiti richiesti ai concorrenti, non sono previsti dei criteri oggettivi di valutazione. Un caso che farà molto discutere, viste le attese racchiuse nella fase dei Pisl e che potrebbe dare la stura a iniziative analoghe anche in altri Comuni.