di Ilario Ammendolia
In questi periodi di clausura forzata si pensa, si riflette, si guarda il mondo da una prospettiva diversa dal solito.Mi accade di soffermare il mio sguardo sul vecchio cimitero che mi rimanda tra le vecchie case dove sono cresciuto cercando un ancoraggio che dia conforto in un momento in cui il mondo naviga sull’incertezza e l’umanità fa i conti con i propri limiti. Focalizzo Maietta. Per quanti non conoscessero Caulonia, è una parte dell’antica “Giudecca”, situata nella vecchia Castelvetere . In un tempo lontano ci vissero gli ebrei da qui il nome “judeca”. e successivamente vennero costruite bellissime Chiese, antichi palazzi, caratteristiche abitazioni che rimandano all’insediamento ebraico. Maietta è un vecchio “cuore” che oggi una terribile frana minaccia di strappare dal corpo per farlo rotolare a valle. Se ciò dovesse accadere tutti noi ne saremmo mutilati. Quando dico ” noi” non penso solo della gente di Caulonia perché Maietta è l’equivalente della Cattolica di Stilo , del castello di Roccella, del drago di Kaulon, di Polsi, della cattedrale di Gerace e da tantissimi altri posti che ci hanno levigato fornendoci la nostra attuale “carta d’identità.” Beni che appartengono a tutti. Maietta é centro e periferia della Calabria. Parte di una opera d’arte scolpita dal tempo e dalla Storia. La testimonianza di quello che fu ( e potrebbe ritornare ad essere) un grande palcoscenico sul quale siamo stati attori e spettatori. E per questi motivi che non può crollare senza portarsi dietro una parte di noi ma per capirlo bisogna essere “impastati” con quella “calce” con e quei colori, con quelle pietre e con quella storia. È necessario ribadirlo oggi per far comprendere a tutti che non è in discussione una delle tante “opere pubbliche”. Per entrare nel merito ( e premettendo di non avere alcuna competenza) vorrei evidenziare che, a mio avviso, ci troviamo dinanzi ad un fenomeno completamente nuovo rispetto alla storica frana di Maietta che da secoli scava nelle viscere del Paese. Per la prima volta, la voragine si presenta come un taglio lineare sulla pareti della roccia che, pur continuamente e naturalmente erose, hanno resistito finanche al terremoto del 1783. Ciò costituisce un ulteriore e serio motivo di preoccupazione perché un distacco improvviso potrebbe trascinarsi dietro anche parti del Paese mai interessate da frane. Contemporaneamente dovremmo essere consapevoli che qualsiasi intervento, per essere efficace,non può essere provvisorio o incompleto. Aggiungere ulteriore peso senza un ancoraggio certo potrebbe rivelarsi rovinoso. Ma ciò credo che i tecnici interessati lo sappiano meglio di noi. Vorrei ribadire che l’imminente e serio pericolo dovrebbe generare “unità” tra la gente, tra le Istituzioni e nelle Istituzioni perché su quelle pietre cadenti ci siamo un po’ tutti. I cittadini di Caulonia, dovrebbero far da lievito affinché le Istituzioni, gli “intellettuali” , la Chiesa, i parlamentari e tutte le organizzazioni che operano in Calabria facciano propria la causa dell’antica Giudecca. Questo ho tentato di fare quattro anni fa con un appello al “tg 3” che ha avuto vasta eco sui media ed è stato firmato dai principali intellettuali della Calabria. Poi mi sono fermato per motivi che ritengo inutile ribadire oggi. Ma una cosa è certa : saremo perdenti se non riusciremo a trasformare il “problema Maietta” in qualcosa che non riguarda solo Caulonia ma l’intera Locride e la Calabria tutta. È necessario ottenere più fondi e bruciare i tempi. Occorre prendere decisioni coraggiose. Si può fare se ognuno di noi abbandona il ruolo di spettatore o di “critico” per diventare protagonista di questa battaglia. Se tutti saremo da una sola parte dalla barricata :la parte di Maietta. Ciò sarà possibile solo se saremo capaci di essere “comunità” abbandonando il “Se” claustrofobico da cui avvertiamo gli altri come nemici. Questa è la prima condizione per essere vincenti. Tra l’altro non avrebbe alcun senso salvare Maietta se “l’anima” del Paese crolla a pezzi. Questo scritto vuole essere solo un modestissimo contributo da parte di chi è, ed intende restare, decisamente estraneo alle vicende “politiche” ed amministrative di Caulonia ma non per questo finisce di amare con tutto se stesso il proprio Paese e, per quel che vale, si mette a disposizione di chiunque voglia spendersi per risolvere il problema. A completa disposizione, senza nulla chiedere in cambio.