di Ilario Genovese
CAULONIA- Castelvetere è un pozzo senza fondo e dal web è riemerso un uomo illustre, che Caulonia ha ritrovato.
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Domenica 1° dicembre, con l’inaugurazione del ristrutturato Teatro vecchio (ex chiesa di San Leo) in Caulonia centro ha avuto luogo un partecipato incontro sulla figura e l’opera di padre Bernardo da Castelvetere (al secolo Luciano Ferraro) teologo cappuccino nato il 4 aprile 1708.
L’iniziativa è stata realizzata dalla Comunità Montana “Stilaro-Allaro-Limina” e dal Comune di Caulonia nell’ambito delle manifestazioni per il 150° del nuovo nome della città (da Castelvetere a Caulonia); relatori don Fabrizio Cotardo , docente presso l’Istituto teologico calabro San Pio X di Catanzaro e parroco di Caulonia e chi scrive, per l’occasione archeologo del web; la Cronaca della ricerca è stata esposta nell’abside e negli spazi laterali dell’ex chiesa, l’attore Fabio Macagnino ha ridato la voce al teologo ritrovato leggendo la nota “Al Direttor de’ villaggi”; conclusioni del sindaco Giovanni Riccio.
Il manoscritto di Bernardo da Castelvetere “Dizionario mistico per li confessori, ovvero Istruzione in cui con modo chiaro, breve e facile si dà la pratica al Direttore di cominciare, proseguire e perfezionare un’anima nel cammino spirituale fino alli più elevati gradi di unione” è stato oggetto di studio e di grande ammirazione per un altro frate cappuccino, padre Felice da Mareto, dottore in sacra Teologia alla Università Gregoriana di Roma, laureatosi nel 1934 con la tesi “Il Direttorio mistico del P. Bernardo da Castelvetere 1708-1756”, pubblicata nel 1950.
Dal lavoro di p. Felice da Mareto emerge una grande figura di Bernardo da Castelvetere.
Entrato nel convento di Stilo nel 1725, promosso agli studi superiori di letteratura, filosofia e teologia nel convento di Castelvetere, ordinato nel 1731 sacerdote e destinato al ministero della predicazione.
Gravemente calunniato di disonestà nel 1731 (nel primo ‘700 il feudalesimo ormai consumato reagiva con metodi anche estremi alla presenza di una aristocrazia intellettuale e di voci libere) fu denunciato e costretto a riparare in Sicilia.
Rientrato nella provincia di Reggio, prima del 1734 riprese il ministero della predicazione in mezzo al popolo ed a contatto coi sacerdoti di campagna, tra i suoi ammiratori non mancarono tuttavia illustri prelati come l’arcivescovo di Mileto d. Marcello Filomarini al quale Bernardo dedicò la prima edizione del Direttorio, pubblicata a Venezia nel 1750.
Bernardo fu onorato anche della fiducia dei suoi confratelli i quali nel 1739 lo promossero lettore di teologia nel convento di Castelvetere, nel 1745 guardiano del convento di Stilo, nel 1746 definitore provinciale e lettore di teologia nello stesso convento di Silo, nel 1754 guardiano del convento di Polistena.
Lo avrebbero sicuramente elevato ad altre maggiori cariche se le sue abituali indisposizioni e l’intenso lavoro non ne avessero stroncato la preziosa esistenza nel convento di Polistena il 22 marzo 1756.
Insieme alla predicazione Bernardo cercò di apprendere la regola della santità e della direzione spirituale.
In quest’arte acquistò tale credito che molti sacerdoti ricorsero a lui per avere consigli pregandolo spesso di lasciare per iscritto principi e brevi istruzioni.
Ciò lo indusse a scrivere e a dare alle stampe un breve, chiaro e pratico metodo di direzione spirituale nonostante i numerosiimpegni e la non buona salute.
Del suo successo negli studi esistono concrete testimonianze: in una relazione ufficiale del 1747 padre Bernardo è detto predicatore e missionario dei migliori della provincia, novello Definitore, Lettore forte e sottile in Cattedra; il primo dei revisori del suo Direttorio mistico (p. Lodovico da Olivadi) sostenne di aver letto l’opera con grande soddisfazione e di avervi trovato una dottrina sicura; il secondo revisore (p. Michele da Reggio) vi riscontrò una sana e solida dottrina tutta fondata sul santo Vangelo e sulle regole dei mistici, lodandone il metodo, l’ordine, la chiarezza e la praticità.
Chiunque si sia confrontato con Bernardo da Castelvetere ne ha apprezzato la notevole statura intellettuale e morale, fu un autore stimato anche dal contemporaneo Alfonso Maria de’ Liguori, poi eletto santo e patrono dei Confessori e dei Moralisti, autore anch’egli nel 1761 di una “Istruzione e pratica per li confessori”.
Di seguito alla pubblicazione del Dizionario mistico di Bernardo da Castelvetere, sono state pubblicate numerose altre opere dal titolo simile.
Il Direttorio mistico fu stampato in ventitrè edizioni dal 1750 al 1895 nelle più rinomate tipografie italiane, fu pubblicato anche in lingua spagnola ed è nei cataloghi di tutte le biblioteche storiche d’Italia e d’Europa