di Redazione
Per circa 50 anni ha insegnato gratuitamente l’arte della musica a tanti ragazzi di Caulonia. Pietro Di Mauro, maestro e fondatore del complesso bandistico cauloniese, è morto ieri all’età di 70 anni. Originario di Castellamare di Stabia, Di Mauro si trasferì nell’antica Castelvetere nel 1966 come docente alla scuola media, contribuendo per mezzo secolo alla formazione di promettenti musicisti poi diplomati al Conservatorio. Dirigeva la sua orchestra con eleganza e signorilità.
{loadposition articolointerno, rounded}
Memorabili i concerti di Capodanno e le tante iniziative pubbliche che lo hanno visto protagonista insieme ai suoi ragazzi. Di lui, uomo di grande cultura, si ricordano il garbo, la gentilezza e la disponibilità verso tutti, nonchè una contagiosa simpatia di stampo tipicamente partenopeo. In pochi minuti la notizia della sua scomparsa ha fatto il giro del web e sono in tanti, soprattutto tra i giovanissimi, a chiedere che venga proclamato per la giornata di domani sabato 10 gennaio, giorno dei funerali, il lutto cittadino.
Di seguito il ricordo personale del consigliere comunale Attilio Tucci:
Stamane Caulonia si è svegliata più povera.Il mitico Prof. Pietro Di Mauro è morto. Aveva 25 anni quando arrivò a Caulonia, diplomato in tromba, per insegnare musica alle medie .Da subito accettò l’invito di Vincenzo Murdocco di dare vita a un suo grande sogno :ricostituire la Banda Musicale del Paese. Eravamo in pochi a cominciare questo percorso in una fredda e poco illuminata stanza e utilizzavamo come lavagna un pezzo di compensato pitturato di nero sul quale il Maestro con grande naturalezza e semplicità iniziò a scrivere il pentagramma e le note. Persona riservata e schietta ,ironico sempre ma altrettanto realista ,ci ha guidati per mano escogitando i trucchi più strani per far diventare la musica e lo strumento parte di noi.
In questi 40 anni è stato un punto fondamentale della cultura di questo paese ,ha insegnato la musica a centinaia di giovani e decine di questi sono diventati ottimi professionisti ma soprattutto grazie alla sua capacità di aggregare ha stabilito rapporti di amicizia tra i suoi allievi duraturi nel tempo. Una volta ebbi a dire che due cose non si dimenticano nella vita:il primo amore e l’aver suonato in una banda. Oggi ne sono ancora più convinto ,oggi che gli eventi ti costringono a rivedere come in un film le interminabili e faticose prove dirette con autorevolezza ma anche con tanta simpatia dal Maestro che ha avuto il grande merito di insegnarci attraverso la musica che solo l’insieme e l’ unità possono essere i valori su cui basare il riscatto sociale. Grazie di cuore Prof.