di Gianluca Albanese (video di Enzo Lacopo)
CAULONIA – «Riprendiamoci questo desiderio di appartenenza al partito, per uno sforzo di cambiamento che solo se sarà compiuto da tutti darà dei risultati». Con questo invito all’unità e all’impegno di tutti nel quadro delle regole tipiche di un partito importante come il Pd (inteso come tale e non come “spazio pubblico”) il segretario provinciale del partito di Renzi Seby Romeo ha concluso l’incontro che ha avuto luogo questo pomeriggio alla biblioteca comunale di Caulonia, promosso dai comitati pro Renzi della Locride.
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Quello di Romeo è stato un momento di sintesi unificante, giunto al termine di un incontro al quale hanno preso parte quelli che fino a ieri – perlomeno si spera – erano gli avversari interni di un partito che a Caulonia, forse più che altrove, ha sofferto le lacerazioni intestine e ora prova a voltare pagina.
Già, oggi c’erano tutti. I renziani della prima ora (Bruno Grenci, Elisabetta Cannizzaro, Attilio Tucci, Nicola Frammartino) ma anche la segretaria del circolo cittadino Katy Belcastro (invitata dalla Cannizzaro a sedere al tavolo dei relatori fin dall’inizio) e il vicesindaco Franco Cagliuso.
Certo, non sono mancati gli spunti polemici e i sassolini estratti dalla scarpa dai parte dei renziani con precisione scientifica, ma se davvero si vuole costruire anche qui un partito inclusivo e unitario, la presenza di Romeo è stata assai significativa, oltre che fedele al proposito di Renzi di superare le divisioni e le correnti, e alla fine era tangibile la comune soddisfazione per l’esito dell’incontro.
Ha fatto gli onori di casa proprio Elisabetta Cannizzaro, che ha ribadito il significato del voto delle primarie di domenica scorsa, individuando nei circoli più aperti e inclusivi, la ricetta per rafforzare e riorganizzare il Pd sul territorio. Non è mancato un plauso alla scelta di abolire progressivamente il finanziamento pubblico ai partiti e a lottare per gli obiettivi comuni di lotta alla corruzione, taglio ai costi della politica e risoluzione delle annose criticità della Locride e del Mezzogiorno in genere.
Il consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi ha sottolineato la metamorfosi del Pd «Divenuto – ha detto – finalmente un partito post-ideologico espressione di una società “liquida” e che punta a un nuovo modello organizzativo che valorizzi l’esperienza degli amministratori locali, avamposto dello Stato nel territorio e che più di tutti hanno subito le storture di un sistema elettorale da cambiare subito». «Renzi – ha detto ancora Naccari – incarna la presa di coscienza della necessità primaria di pervenire a un nuovo piano per il lavoro e anche a livello regionale dobbiamo impegnarci tutti assieme per superare questo governo regionale che naviga a vista e che nei giorni scorsi ha avallato il taglio dell’elisoccorso all’ospedale di Locri, penalizzando ancor di più una terra che più tutte soffre le carenze infrastrutturali».
In conclusione, rivolgendosi al segretario di circolo e a quello provinciale, Naccari ha detto che «Katy e Seby hanno il compito di colmare il divario tra i congressi chiusi e il popolo delle Primarie».
Teresa Celestino, fresca di elezione all’assemblea nazionale del Pd, oltre ad esprimere un plauso per il risultato delle primarie «Frutto dell’impegno del comitati pro Renzi che hanno colmato il vuoto lasciato dai partiti che negli anni precedenti alcuni movimenti locali hanno cercato di riempire – il riferimento a “LocRinasce” sembra abbastanza chiaro – e che ora il Pd deve recuperare» ha invitato tutti a «intensificare e rafforzare la rete creata dai comitati pro Renzi, valorizzando le strutture sovracomprensoriali per supportare l’azione del segretario nazionale che dovrà ridare dignità al senso della politica».
Katy Belcastro si è detta contenta dell’invito e della sua partecipazione all’incontro, ma ha anche puntualizzato che «Io sono il Pd, io sono il segretario del circolo di Caulonia e avrei preferito che una simile iniziativa fosse stata condivisa col circolo cittadino, perché – ha proseguito – i momenti i confronto si fanno all’interno dei circoli che già prima delle Politiche di febbraio sottoscrissero un documento comune da presentare ai nostri parlamentari indicando le priorità per la Locride».
E se Elisa Cannizzaro ha inteso «rincuorare Katy, perché oggi festeggiamo la vittoria del nostro candidato,ma da domani lavoreremo per un Pd unitario», Peppe Macrì da Ardore ha rimarcato che «Quando fu presentata la candidatura in Parlamento della Cannizzaro il circolo cittadino non fu presente».
Pino Mammoliti, come di consueto, ha fatto il pieno di applausi. Prima ha ricordato, citando Voltaire, che «Il nostro travaglio ha il solo scopo di riunire i circoli, come quello di Caulonia, superando personalismi e interessi particolari, perché il Pd deve recuperare quelli che sono stati esclusi manu militari dal partito», individuando nei doppi incarichi e nello “scilipotismo diffuso” i nemici da abbattere «Perché al di là delle spese incongrue fatte da Rosy Canale con denaro pubblico per fini personali, la sciagura per la Locride è stata la presenza di Maria Grazia Laganà in Parlamento: se tolgono l’elisoccorso – ha concluso – è anche perché questo territorio non ha avuto nelle istituzioni principali rappresentanti capaci di difendere le istanze della Locride».
Maria Grazia Messineo ha replicato alla Belcastro dicendo che «Da ora in poi ci si dovrà esprimere con la prima persona plurale e non singolare, perché il partito è di tutti e ora è giunto il momento di riorganizzare il partito partendo prima di ogni cosa dal rispetto delle regole, perché siamo a un bivio: o si realizza il cambiamento o sarà fallimento».
Attilio Tucci ha rimarcato che «Noi siamo stati renziani prima dell’avvento di Renzi, perché nel 2011 organizzammo il tesseramento in piazza che poi ci fu annullato. Dobbiamo isolare le esperienze amministrative negative e valorizzare quelle positive, dando spazio ai giovani che vogliono davvero innovare e realizzare il cambiamento e non a quelli che si fanno cooptare dai soliti noti».
Nicola Frammartino ha individuato in Seby Romeo la figura capace di dare speranza al partito, ma contestualmente ha chiesto chi fosse stato «Quel regista mascalzone che portò alla mia esclusione dal partito.
Bruno Grenci, renziano della primissima ora e habitué della “Leopolda” dopo aver ribadito le annose criticità locali (uso improprio dei fondi e dei progetti di accoglienza, acqua all’arsenico, progetto per la centrale idroelettica sull’Allaro, condanna dell’ex sindaco Ammendolia per discarica abusiva, mancata realizzazione della pista ciclabile per Roccella) ha invitato Romeo «A far convocare le riunioni del Pd cittadino in forma aperta anche ai non tesserati».
Un input, questo, subito colto dal segretario provinciale Romeo, intervenuto subito dopo il saluto da parte del vicesindaco Cagliuso.
Romeo ha premesso che «Dobbiamo riscoprire il valore della militanza e del tesseramento, perché non siamo uno spazio aperto ma un partito con delle regole che ne disciplinano il funzionamento, riscoprendo la partecipazione alla vita democratica del partito basato su rispetto reciproco delle idee e tolleranza, perché il cambiamento vero si realizza solo se tutti lavorano per questo e non potrà realizzarlo una sola persona. Se ci sono stati due errori del passato – ha detto Romeo – sono stati l’aver assecondato troppo le ambizioni personali e una sovrapposizione tra il livello istituzionale e gli incarichi di partito – il riferimento sembra diretto all’ex segretario provinciale Strangio – col risultato che il Pd fu un partito privo di autonomia. Bisogna sapere – ha proseguito – che le aspirazioni personali vanno sempre subordinate all’interesse pubblico e le polemiche sterili vanno consegnate al passato».
Quindi il segretario provinciale ha parlato dell’azione di radicamento del partito nel territorio provinciale. «C’erano 27 paesi in cui non c’era il circolo e in un mese ne ho inaugurati quattro nuovi, lasciando sempre agli iscritti la capacità di autodeterminarsi e non ho mai influenzato le loro scelte nemmeno in occasione delle primarie di domenica scorsa. Ora serve radicarsi anche nei territori più difficili, ecco perché sto lavorando insieme ad alcuni militanti locali, per aprire un circolo a Platì, nonostante qualche perplessità espressa da un dirigente nazionale reggino che da anni sta a Roma».
Sulla politica nazionale Romeo ha tenuto la barra dritta, considerano la scelta di abolire il finanziamento ai partiti, sbagliata. «Almeno le sedi dei circoli devono essere a carico dello Stato – ha detto – anche sfruttando gli immobili confiscati alla criminalità organizzata, nonostante il ministro Cancellieri non sia d’accordo». Già, la Cancellieri. Secondo Romeo «E’ parte di un Governo che stiamo sostenendo ma non so fino a quando, perché secondo me il Pd è già pronto al voto e se le cose non dovessero andare per il verso giusto, bisogna tornare a votare, rimettendoci alla volontà degli elettori».
Tornando all’organizzazione del partito in provincia, Romeo ha detto che «Nel direttivo provinciale ho inserito il 25% di dirigenti reggini, lasciando alla provincia il 75%. Ora, già in settimana lavorerò per realizzare presto dei coordinamenti comprensoriali che siano frutto della volontà dei militanti e non calati dall’alto, perché l’autodeterminazione dei territori è importantissima. Le sezioni – Romeo preferisce questa definizione rispetto a quella di “circolo” – devono smettere di essere dei “votifici” e mantenere un dialogo costante coi cittadini anche proponendo iniziative popolari, come un referendum o una petizione per alzare le barricate su temi di primaria importanza come l’elisoccorso che deve rimanere a Locri perché questo territorio non può perdere le proprie condizioni minime di vivibilità».
Sulla Città Metropolitana di Reggio Calabria, Romeo ha detto che «é di questi giorni la brutta notizia dell’emendamento alla norma che le istituisce che farà slittare la creazione di quella di Reggio Calabria, e questo è un peccato perché tra le sue attribuzioni c’era anche la gestione diretta dei fondi comunitari, che avrebbe permesso di sganciarsi dal monopolio della Regione».
La considerazione finale è stata per il ruolo della sinistra «che non deve fare gli errori del passato, quando si è piagata al pensiero unico che voleva le privatizzazioni che hanno portato solo aumenti di costi e abbassamento della qualità dei servizi, e che diventa “conservatrice” quando si vergogna e smette di fare la sinistra» e sul ruolo dei renziani: «Stimo molto quelli veri – ha detto Romeo – quelli della prima ora che fecero questa scelta quando erano una minoranza. Stimo molto meno – ha concluso – quelli che sono saliti sul carro del vincitore»
Di seguito la videointervista realizzatadal nostro Enzo Lacopo a Demetrio Naccari Carlizzi
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