di Gianluca Albanese
CAULONIA – Dopo il concitato finale della riunione pubblica di ieri sera al mercato coperto, dalla quale è emerso che i tempi del riefficientamento del vecchio acquedotto di Stramerca comportano circa un anno per il completamento dell’opera e la rabbiosa reazione dei cittadini presenti che per bocca di Enzo Rullo hanno dato un vero e proprio ultimatum per metà luglio all’amministrazione per risolvere il problema della mancanza di acqua potabile nei rubinetti del centro storico, sembra che al momento l’unica via percorribile sia quella dell’intervento tampone proposta dal consigliere provinciale Piero Campisi nel corso dell’ultima seduta consiliare, per il quale il presidente della Provincia Raffa ha comunicato la disponibilità dell’Ente da lui capeggiato di contribuire con un importo massimo di cinquantamila euro.
LE PREMESSE
L’ingegner Verbena, che lo scorso 20 maggio con determina numero 115 aveva avuto l’incarico di supporto nella progettazione del riefficientamento del vecchio acquedotto dopo che era emerso che per rifarne uno nuovo non erano sufficienti gli 850.000 euro di mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti e servivano ben 2.200.000 euro (anche se nella seduta consiliare dello stesso 20 maggio, a memoria nostra era emerso che il progetto di ripristino del vecchio impianto era praticamente fatto d’ufficio e che i lavori sarebbero partiti entro poche settimane) ha messo in guardia tutti i presenti sugli effettivi tempi di ripristino delle vecchie condotte, tanto da suscitare l’ira dei presenti.
LA SOLUZIONE TAMPONE
Piero Campisi sostiene da un anno che con la soluzione tampone che propone (ovviamente per un utilizzo provvisorio del lavoro) entro 15-20 giorni si farà arrivare una quantità sufficiente di acqua potabile nel centro storico, anche a costo di far passare la tubazione necessaria all’intervento tampone sotto la fiumara, chiedendo alla Sorical di pompare l’acqua verso i rubinetti. Secondo Campisi, contattato in serata da Lente Locale «Basterà fare una ricognizione delle rotture nelle condotte del vecchio acquedotto con sostituzione diretta e in economia dei tubi più “ammalorati” per un costo complessivo stimato di 30-40mila euro, più la realizzazione di un chilometro di tubo nuovo necessario a completare i lavori. In quest’ottica, è previsto per domani alle 15 un incontro tra la delegazione tecnico-politica del Comune e lo stesso Campisi al fine di valutare la possibilità di procedere in tempi brevissimi alla realizzazione di questa soluzione d’emergenza. Il consigliere provinciale appare pronto a tutto, tanto da valutare la possibilità di un intervento diretto della Provincia per realizzare i lavori. Tra l’altro, sempre a proposito del lavoro di ripristino “strutturale” del vecchio acquedotto di cui si è discusso ieri sera, e i cui lavori sono stati stimati ad un costo di circa 270.000 euro da stornare dal mutuo di 850.000 contratto a suo tempo con la Cassa Depositi e Prestiti per realizzare ex novo un altro acquedotto comunale, Campisi manifesta le proprie perplessità in ordine «Alla sussistenza dell’autorizzazione – ha spiegato a Lente Locale – a utilizzare parzialmente i fondi del mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per fare un’opera diversa da quella per la quale era stato richiesto il mutuo; all’autorizzazione al transito e ai lavori sulla strada provinciale specie se – ha spiegato – dovesse incrociare cavi elettrici o telefonici; agli eventuali espropri di terreni che passano dal percorso individuato e, per concludere, sull’eventualità di ricorsi da parte delle ditte diverse da quella che si aggiudicherà i lavori». Insomma, secondo Campisi l’affaire si potrebbe complicare ancora di più. Ecco perchè, a suo dire, non resta che realizzare la soluzione tampone che propone da oltre un anno.