Il numero di compagnie che si occupano di nutrizione attiva legata al CBD durante il corso degli ultimi anni è cresciuto in maniera davvero importante nonostante una lunga serie di problemi. Il mercato Europeo, nello specifico, è caratterizzato da una lista lunghissima di problematiche legislative derivanti dal non obbligo degli stati ad aderire alle indicazioni della zona economica.
Nonostante questo, specie se teniamo in considerazione l’universo della nutrizione sportiva, il futuro del CBD sembra essere roseo o quantomeno interessante. Gli effetti positivi derivanti dalla molecola in questione soverchiano ampiamente gli scarsi effetti collaterali registrati dalla scienza e la versatilità di impiego rendono il CBD un principio attivo potenzialmente riproducibile in un numero elevatissimo di combinazioni diverse.
Che si tratti quindi di oli per impieghi topici o di sostanza da vaporizzare attraverso uno strumento ad hoc (come il Tinymight, per fare un esempio), il CBD ha le potenzialità per diventare una presenza fissa al’interno del mercato degli integratori sportivi, complice anche l’utilizzo davvero esteso che se ne può fare nel settore senza andare a interagire con alcuna legge.
Vediamo da vicino quali sono gli sviluppi che possiamo aspettarci per l’industria della nutrizione sportiva.
Una Ragnatela Di Leggi E Regole
Tanto in Europa quanto nel vicino (ma lontano) regno unito, il CBD rientra all’interno di una classificazione ben precisa: novel food o nuovo alimento.
Tale definizione implica che l’immissione sul mercato di un prodotto contenente una parte di questo specifico ingrediente richiede una particolare tipologia di autorizzazione preventiva, complicando il processo di commercializzazione ma creando un vero e proprio scudo protettivo attorno al consumatore finale.
Nel corso degli anni l’Unione Europea ha letteralmente modificato costantemente le norme da seguire per poter mettere in commercio questo genere di prodotti (qui un esempio). Il problema principale è legato alla presenza di importanti lacune conoscitive sugli effetti a lungo termine del principio attivo.
L’insufficienza di informazioni sul consumo di CBD in relazione alla salute non permette il passaggio di categoria a classificazioni più sicuro e dalla più semplice messa in commercio. Al momento l’industria si sta sviluppando in maniera più celere soltanto nel Regno Unito grazie proprio alla sua separazione dall’Unione Europea, con normative che però stanno dando il filo da torcere a tanti produttori che si vedono a dover rimuovere dal mercato determinate produzioni in seguito a una modifica legislativa.
Un Processo In Divenire
Il mondo dell’alimentazione sportiva è una delle frontiere quando parlo di cibo; tutti i superfood prima di arrivare nel mondo del benessere passano da qui. Il CBD sta iniziando a fare i suoi primi timidi passi in questo universo ma sta trovando anche molti ostacoli a causa proprio delle confuse norme che cambiano molto spesso e che stanno dando fastidio, prevalentemente, ai produttori.
Come mai il CBD risulta essere così interessante per chi si occupa di sport? Perché le interazioni caratteristiche di questa sostanza con il corpo umano permettono di risolvere alcuni dei problemi che da sempre caratterizzano il mondo dello sport; caratteristiche che, come se non bastasse, si sono di certo acuite durante il corso degli ultimi venti anni a causa della progressiva iper-competività delle scene.
Il cannabidiolo dopo essere stato assunto interagisce con i recettori CB2 del sistema endocannabinoide del corpo umano. Questo non è altro che uno dei sistemi di comunicazioni attraverso cui i nervi regolano la secrezione di ormoni, enzimi e altre sostanze.
Quello che il cannabidiolo fa è imitare alcune tipologie di ormoni, andando così a regolare le risposte del corpo umano a determinati eventi. In caso di infiammazione, ad esempio, il CBD riesce a indicare al corpo di comportarsi in maniera meno violenta in termini di reazione. All’atto pratico, quindi, l’infiammazione si dissipa senza che vengano utilizzati medicinali a elevato grado di tossicità.
Questa rarefazione della comunicazione derivante dall’utilizzo del CBD si riflette anche in altri aspetti: il sonno, ad esempio, migliora di qualità e con i esso i processi collegati. Lo stress, vero nemico degli sportivi moderni, anche viene ampiamente dissipato proprio dalla sensazione di forte rilassamento legata al cannabidiolo.
Quello che interessa davvero a chi li sport gli pratica è l’implicazione di questi effetti nella vita quotidiana dello sportivo. In primis il miglioramento della qualità del sonno permetterà, senza tanti giri di parole, di poter migliorare le proprie prestazioni: miglior sonno, infatti, sta a maggior quantitativo di energia da impiegare; lo stress che spesso fa capolino durante i periodi di preparazione sportiva può portare a un maggior numero di infortuni, con conseguenti carriere anche spezzate definitivamente da una brutta caduta.
Ricapitolando: meno stress, più riposo, meno infortuni, più prestazioni, il tutto con scarsissima tossicità e con tantissimi altri pregi tutti da scoprire. Restano le leggi da finire di scrivere e altri ostacoli da superare ma nulla lascia pensare che non ci sia un posto di rilievo per il CBD nel futuro dell’alimentazione sportiva!