LOCRI – La diplomazia è al lavoro nel centrodestra cittadino, per cercare di ricomporre le microfratture manifestate in questi giorni all’interno della coalizione. O meglio, è al lavoro nei ritagli di tempo.
L’appuntamento elettorale del 24 e 25 febbraio per le Politiche, infatti, impone un impegno prioritario dei maggiorenti locali a sostegno dei candidati di centrodestra al Parlamento, a cominciare da Gianni Bilardi, capolista al Senato per Grande Sud che proprio a Locri ha tenuto una convention preelettorale nei giorni scorsi. Proprio il mancato sostegno a Bilardi da parte dell’ex sindaco Francesco Macrì sarebbe alla base delle frizioni evidenziate nelle pesanti parole pronunciate da Giovanni Calabrese, il quale ha dichiarato a Lente Locale che «L’accordo tra il mio gruppo “Leali alla città” e quello di Raffaele Sainato è cosa fatta; se Francesco Macrì ci sarà, bene, altrimenti siamo tutti necessari e nessuno è indispensabile». Parole di fuoco, queste, se si pensa che giungono dopo un anno e più di dichiarazioni congiunte da oppositori alla giunta Lombardo prima e da potenziali nuovi amministratori proiettati verso al campagna elettorale del voto amministrativo di maggio poi. Insomma, ora nessuno può negare che la solidità di quello che appariva come un centrodestra unito alla stregua di un blocco monolitico stia venendo meno in queste settimane. Ad avvalorare la tesi la mancanza di dichiarazioni congiunte tese a smentire il gelo calato all’interno della coalizione e anticipate una decina di giorni fa da un articolo uscito sul Quotidiano della Calabria. Ma al di là del mancato sostegno a Bilardi da parte di Macrì potrebbero esserci altri motivi di attrito tra l’ex sindaco e il resto della coalizione. Abbiamo già scritto del mancato gradimento rispetto ad alcuni fedelissimi di Macrì in predicato di entrare nella costituenda lista; aggiungeremmo, ora, il fatto che, ad oggi, non si sia fatta chiarezza su chi dei cinque ex consiglieri di opposizione si candiderà a sindaco. Escludendo Anna Capogreco, che per la giovane età e la poca esperienza politica difficilmente sarebbe disposta a rivestire la carica di primo cittadino, anche se nessuno lo dice, la partita si sarebbe giocata, fino a pochi giorni fa (ovvero prima che calasse il gelo all’interno della coalizione) su una sorta di ballottaggio tra lo stesso Macrì e Calabrese. Un accordo non trovato che avrebbe, complice la campagna elettorale per le politiche, aperto il solco tra i due che, probabilmente, aspettavano l’investitura unitaria da parte della coalizione. E allora i due, con una storia politica di destra, starebbero facendo riaffiorare i fantasmi di quei personalismi che nel 2011 portarono alla divisione in tre del centrodestra cittadino che fece harakiri alle elezioni comunali, spianando la strada alla vittoria di Pepè Lombardo. E i moderati della coalizione, ovvero, Raffaele Sainato e Alfonso Passafaro che fanno? Mantengono un basso profilo, evitano di entrare nella polemica e, per quanto possibile, sotto sotto cercano di recuperare lo strappo. Ma l’impressione comune è che la questione verrà affrontata in maniera seria solo dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, quando ci sarà più tempo e spazio per le iniziative diplomatiche.
GIANLUCA ALBANESE