R. & P.
Pd e M5s hanno per caso dismesso la Zes? Nino De Masi, imprenditore calabrese, stimato, lungimirante e coraggioso, ha ragione, quando chiede, al governo nazionale, soprattutto in questa fase, azioni compensative forti, per colmare il divario di competitività territoriale che esiste tra la Calabria e il resto del Paese, dovuto in gran parte al nostro atavico ritardo infrastrutturale.
Misure governative per attrarre all’interno della nostra regione nuovi investimenti privati e, per sostenere le imprese locali che, già da tempo, creano in Calabria sviluppo economico e occupazione di qualità.
Ma piuttosto che pensare e mettere in campo altre iniziative, che rischierebbero di arrivare in ritardo rispetto all’immediato bisogno di ripartenza del tessuto economico calabrese e meridionale, considerata la lentezza con la quale si muove la burocrazia italiana nella fase di attuazione dei provvedimenti, bisogna focalizzare gli sforzi per rendere effettivamente operativo tutto ciò che è stato messo in campo sino ad oggi.
Probabilmente Pd e M5s, che sono al governo del Paese, dovrebbero credere di più sul potenziale di una misura che già è operativa per il Sud, ovvero la Zes.
E spingere in Parlamento, affinché il governo Conte irrobustisca questo strumento, che già da molti anni in Europa, a Madeira in Portogallo, piuttosto che a Mielec in Polonia, ha in modo considerevole, cambiato la fisionomia produttività di quei territori, generando lì ricchezza economica e sviluppo occupazionale. Rimanendo all’esempio polacco è utile dire che l’investimento sulla Zes ha prodotto un incremento di 5 miliardi del Prodotto interno lordo e la creazione di oltre 40 mila nuovi posti di lavoro. Volendo proiettare queste stime sul tessuto economico e produttivo calabrese, si potrebbe pensare che, fatte le dovute proporzioni, il sostegno concreto allo sviluppo della Zona economica speciale possa portare alla creazione di circa 16 mila posti di lavoro e ad un aumento del Pil per oltre 1 miliardo di euro.
Alla Calabria, dunque, piuttosto che nuovi strumenti, serve una azione da parte del Governo diretta a potenziare e rendere esclusivo il progetto Zes, all’interno del Piano per il Sud.
Nel programma Zes, che in Calabria è già operativo per le aree portuali di Gioia Tauro, Crotone, Vibo Valentia e Corigliano e per le aree industriali di Lamezia e Campo Calabro, il Governo deve garantire maggiori risorse economiche e, allo stesso tempo, disporre misure normative a favore della semplificazione burocratica e di una riduzione fiscale, economica e del costo del lavoro.
La Zes calabrese è, inoltre, il risultato del lavoro di due governi regionali: quello Scopelliti e quello Oliverio.
Pertanto, tutta la politica calabrese dovrebbe avere a cuore lo sviluppo concreto di questo strumento compensativo, pensato nel 2015, per aiutare la crescita economica e occupazionale della Calabria e del Mezzogiorno.
Per tale ragione, Governo regionale e Consiglio regionale accolgano l’invito del Sindacato confederale calabrese, ad aprire un confronto, affinché la riprogrammazione del Por 2014/2020 e la nuova programmazione 2021/2027, siano utili a costruire in Calabria una stagione di politica industriale regionale. Una stagione che, programmando misure complementari alle azioni del governo nazionale, renda la Zes calabrese uno strumento autentico e concreto, per attrarre in regione nuovi investimenti privati e per aiutare l’impresa locale a farsi grande e internazionalizzarsi. Il tempo delle idee, va completato con il tempo delle azioni concrete.
Santo Biondo
Segretario generale
Uil Calabria