Ci si sarebbe aspettati fuochi d’artificio, tappi di spumante da far saltare in aria e brindisi a gò-gò per l’attesissima fumata bianca e invece…la prudenza, quasi quasi un solo briciolo di fiducia per ciò che è stato realizzato per il bene della Locride, in particolare. Oseremmo dire che non è tutto oro quel che riluce, posto che degli appunti di non poco conto sono stati mossi a quanto statuito dall’organo regionale nella sua massima rappresentanza – per non dire nazionale nella veste ministeriale che altro poi non è se non il ventriloquo del presidente del Consiglio – perché ci sono delle cosine che non convincono molto.
di Antonio Baldari
In principio era la chiusura da gennaio 2024 e per venti mesi, “Sarà davvero un problema ma ci stiamo lavorando”, parole di Roberto Occhiuto governatore della Calabria; un paio di settimane fa tale data venne annullata “Perché non si sa se e quando ci sarà la chiusura della galleria, a seguito di verifiche ed approfondimenti condotti con Anas”, parola dell’assessore regionale Giovanni Calabrese; lunedì scorso, 18 settembre, in tarda serata quasi abbracciando martedì 19, dalle parole ai fatti con l’incontro avuto in Cittadella regionale alla presenza dei succitati Occhiuto e Calabrese ed i rappresentanti istituzionali della Locride ed Anas, annunciando che “La chiusura della galleria Limina viene parzialmente scongiurata stante la cantierizzazione dei lavori durante le ore notturne”.
Tutto ciò confermato dall’architetto nonché sindaco di Mammola, Stefano Raschellà, dante lettura delle carte ufficiali provenienti dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, una lettura corroborata da delle osservazioni di carattere squisitamente tecnico offerte nel contesto più ampio dell’Assemblea convocata per l’Associazione dei Comuni della Locride e regolarmente tenutasi nella sala del Consiglio comunale di Siderno: osservazioni asciutte, quelle regalate dal professionista-primo cittadino mammolese, a seguito delle quali ci si sarebbe aspettati fuochi d’artificio, tappi di spumante da far saltare in aria e brindisi a gò-gò per l’attesissima fumata bianca e invece…la prudenza, quasi quasi un solo briciolo di fiducia per ciò che è stato realizzato per il bene della Locride, in particolare.
Oseremmo dire che non è tutto oro quel che riluce, posto che degli appunti di non poco conto sono stati mossi a quanto statuito dall’organo regionale nella sua massima rappresentanza – per non dire nazionale nella veste ministeriale che altro poi non è se non il ventriloquo del presidente del Consiglio – perché ci sono delle cosine che non convincono molto, quantomeno fanno storcere il naso ragionando a bocce ferme; primo fra tutti, a farsi riconoscere il beneficio del dubbio rispetto alla riuscita dell’opera, è il sindaco di Platì, Rosario Sergi, che non si è fatto persuaso nel momento in cui ha appreso dagli organi di stampa della “Trasversale delle Serre” ricoperta da milioni di euro, ben 128 per la precisione, ed avendo a capo dell’operazione il massimo funzionario Anas, che nel caso della Limina parrebbe essere un tantino debole in special modo quando si tratta di affrontare il tema dell’alternativa all’eventuale chiusura della Limina, vedi la proposta di messa in sicurezza della Sp 2 su cui Sergi ha richiamato “la massima chiarezza”.
Altro dubbioso, e non poco, è stato il sindaco di San Giovanni di Gerace, Giovanni Pittari, il quale ha addirittura ammonito i colleghi a non illudersi, anche perché suffragato da tecnici che avrà personalmente contattato dialogando sulla vexata quaestio su cui non bisogna abbassare la guardia, secondo Pittari non si può pensare che la questione sia stata risolta perché i problemi sul tappeto rimangono tanti: a tale riguardo va sottolineato un discorso che inerisce l’irreggimentazione dell’acqua piovana, per come ha del resto rilevato l’ingegnere nonché ex viceministro al dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Aurelio Misiti, in un’interessante intervista concessa al collega di “Gazzetta del Sud”, Gianluca Albanese, suffragando tanto il dubbio tecnico pittariano che l’autorevolezza istituzionale, peraltro condita dal fatto che giustappunto la gestione delle acque per quanto concerne la galleria Limina, all’epoca non venne realizzata e sapete perché? Per mancanza di risorse si dice ufficialmente, non c’erano i soldini molto più banalmente.
E qui c’entra il terzo ed ultimo contributo alla causa della prudenza e del non volere lasciarsi andare troppo fra le braccia dell’euforia con il sindaco di Siderno, Maria Teresa Fragomeni, che proprio sulle risorse da impegnare ha dedicato parte del suo, corposo, intervento all’Assocomuni, sostenendo che, “Intanto deve essere messo nero su bianco il progetto esecutivo, così come l’impegno deve andare di pari passo con le risorse” che, se non ci sono, non si canta messa, secondo un antico adagio che, andando a scomodare ben altra figura, passando dal sacerdote all’ortolano, la Locride non vuole farne la fine, dell’ortolano chiaramente, che si ritrova sempre con quell’ortaggio delle Cucurbitacee proprio lì, e sempre lì dove non ci batte il sole ma, se non andiamo molto lontani dalla verità, a ‘sto giro la Locride si è davvero stancata di prenderlo sempre lì…