di Gianluca Albanese (ph. Beppe Fazzolari)
SIDERNO – Il compianto Adriano De Zan li avrebbe definiti “Gruppo compatto”. Sono i ciclisti del glorioso passato del gruppo sportivo fondato da Damocle Argirò, che iera sera hanno dato vita alla riunione annuale nei locali dello studio d’arte dell’estroso pittore-ciclista di origine campana. E la squadra, nonostante gli anni che passano, appare assai competitiva.
C’è il velocista (Argirò), lo scalatore (Claudio Fimognari), il passista (Mimmo Romeo) e quelli che una volta con un termine all’apparenza poco lusinghiero si chiamavano i “gregari”, come Sandro Cavallaro, Sergio Futia e il vaticanista RAI Enzo Romeo. Non manca il dirigente competente e factotum (Rocco Placanica) e la giovane promessa (Stefano Errigo). Una serata trascorsa a raccontare vecchi aneddoti vissuti in sella alle due ruote, dopo aver “scollinato”, o essersi dati il cambio in un tentativo di fuga. Tanti i personaggi mitici evocati, dal compianto Pippo Torre di Roccella, agli “anziani” dell’epoca a Siderno come Nanà Barillaro o Michele Caruso, passando per Mimì Lombardo di Marina di Gioiosa. Ma anche e soprattutto è stata l’occasione per compiere alcune riflessioni sul movimento ciclistico attuale, che rimane vivo e si esprime a livello amatoriale con i vari Pullano, Calautti ecc. e nella mountain bike col campionissimo Domenico Macrì e Davide Fuda cercando di dare ancora il proprio contributo alla diffusione di uno sport che, lungi dal voler toccare certi episodi del mondo professionistico legati all’uso di sostanze dopanti, vive, a queste latitudini, la sua dimensione migliore, fatta di fatica ma anche e soprattutto di aggregazione. Una passione che molti continuano a coltivare ogni mattina, scalando le stradine di colline e montagne e che sapranno sicuramente trasmettere alle generazioni future, affinché non si riduca tutto a una mera operazione nostalgia. Sempre in sella, dunque.