Nella cittadina di Lishui adottano un sistema di vera e propria repressione leggera, definiamola così, consegnando il telefono cellulare all’ingresso nella scuola; purtuttavia, si passa ad un metodo piuttosto violento, se si vuole, ma oltremodo efficace se uno studente viene sorpreso in classe a giocare o, in ogni caso, a fare altro che non sia lo studio, e comunque ad usare lo smartphone.
di Antonio Baldari (foto fonte google)
Un problema crescente tra i giovani è la dipendenza dai social e, più in generale, da smartphone un po’ in tutte le società del globo, al punto che, molto spesso, tale negatività particolarmente diffusa tra i giovani può creare dei seri problemi di concentrazione soprattutto tra i giovani.
In Cina, e più specificatamente nella cittadina di Lishui, adottano un sistema di vera e propria repressione leggera, definiamola così, consegnando il telefono cellulare all’ingresso nella scuola; purtuttavia, si passa ad un metodo piuttosto violento, se si vuole, ma oltremodo efficace se uno studente viene sorpreso in classe a giocare o, in ogni caso, a fare altro che non sia lo studio, e comunque ad usare lo smartphone. Ed invero, lo stesso verrà confiscato e successivamente, in una manifestazione pubblica, distrutto a martellate; i genitori della scuola cinese in questione sono divisi con alcuni che sostengono la decisione del dirigente e dei suoi collaboratori perché, a loro dire, “aiuta i ragazzi a trovare la concentrazione”; altri genitori, invece, si dicono contrari ritenendolo “un metodo crudele” di educazione degli alunni.
Una situazione davvero molto singolare che, al momento, non è dato sapere se essa viene imposta in altre scuole del Paese del Sol Levante.