di Gianluca Albanese
LOCRI – L’attività d’intercettazione e di trascrizione dei dialoghi in virtù dell’incarico conferito a marzo dello scorso anno al perito nominato dal tribunale Giuseppe Morabito è stata al centro di esame e controesame nell’udienza odierna del processo “Circolo Formato”, che vede alla sbarra una trentina di presunti affiliati alle cosche di ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Ionica, oltre che ex amministratori come l’ex sindaco Rocco Femia e gli ex assessori Ieraci e Agostino.
Il perito, di professione assistente capo alla Questura di Reggio Calabria ha riferito, così come i periti nominati dalla difesa ingegnere Lupis e architetto Milicia, non dei contenuti delle intercettazioni, ma delle modalità di acquisizione e di trascrizione delle stesse, dichiarando in premessa che «Oltre a qualche errore materiale – ha riferito davanti al giudice Monteleone – riguardante i riferimenti temporali di alcune telefonate intercettate, abbiamo incontrato qualche difficoltà nel trascrivere i dialoghi intercettati nella sede della ditta Agostino, per via dei rumori prodotti da ruspe e altri macchinari e per il fatto che spesso molte persone parlavano contemporaneamente. Poi – ha proseguito Morabito – c’erano due CD che non erano leggibili per problemi tecnici, e me li sono fatti sostituire da due nuovi CD masterizzati dalla polizia giudiziaria di Siderno che invece sono buoni. Qualsiasi altra variazione è stata fatta presente ai consulenti della difesa: ho chiamato Milicia per informarlo delle due conversazioni illeggibili, mentre a Lupis, che non mi rispondeva, ho mandato un SMS. Quindi, dopo un paio di domande formulate dal PM Sirleo, è iniziato un lungo e incalzante controesame da parte dell’avvocato Antonio Nocera, difensore di Domenico Agostino e Nicola Pignatelli. Dopo aver appurato che il perito Morabito non dispone di una particolare specializzazione per analisi ed elaborazione del suono delle intercetttazioni, che non ricorda il ricorso alla valutazione segnale/rumore e che il 95% delle intercettazioni ha riguardato conversazioni in dialetto della vallata del Torbido, Nocera ha contestato in maniera puntuale i metodi usati in fase di trascrizione, tanto da fare dire al Morabito che «Non sono un ingegnere del suono e non conosco il range del Dolby system; tecnicamente – ha proseguito – non so cosa voglia dire “intelliggibilità del segnale vocale” ma quando il suono non era sufficientemente chiaro abbiamo alzato il volume per sentire meglio» e che «La pessima qualità delle intercettazioni mi ha costretto parecchie volte a usare, in fase di trascrizione, la parola “incomprensibile”. Tra i principali “affondi” dell’avvocato Nocera, il fatto che un’intercettazione (la numero 3457) c’era sul Cd ma non è stata trascritta completamente e la circostanza che alcuni file utilizzati siano datati 21 gennaio 2009, quando l’incarico al perito Morabito è stato conferito nel marzo del 2013. L’avvocato Maria Tripodi, invece, difensore di Agostino Fabio, ha chiesto anch’ella lumi sui metodi utilizzati nell’ascolto delle intercettazioni e nelle successive trascrizioni, tanto che Morabito ha risposto che «Sia io che i miei collaboratori abbiamo utilizzato solo l’orecchio nella fase di ascolto e non abbiamo concordato con l’ingegnere Lupis le modalità stesse di ascolto. Gli ho solo detto – ha proseguito – come avrei lavorato e con quali strumenti e lui non si è opposto quando avevo comunicato che avrei lavorato autonomamente, almeno per il primo ascolto e poi non avevo altro recapito del perito della difesa, se non quello telefonico al quale non mi ha mai risposto». Successivamente, è stata la volta dei periti della difesa. Milicia ha contestato delle difformità tra le trascrizioni del perito di Polizia Giudiziaria e le sue, che l’avvocato Nocera ha chiesto di acquisire agli atti, mentre Lupis ha contestato anch’egli delle difformità, concentrandosi in particolare sull’uso di fonemi e consonanti. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 6 giugno, quando avrà luogo l’esame degli imputati, con contestuale revoca di quella, precedentemente fissata, del 5 giugno.