di Gianluca Albanese
SIDERNO – “Le schede progettuali CIS (Contratto Istituzionale Sviluppo), sono variegate e in molti casi avrebbero sanato ritardi nello sviluppo di alcuni territori, ma ci sono bocciature inconcepibili e progetti che non porteranno alcunché che sono passati”. È il lapidario commento del presidente dell’associazione “Spiriti Liberi Calabresi” Pietro Sergi dopo l’incontro organizzato e tenuto dallo stesso sodalizio sabato pomeriggio nella sala delle adunanze del Comune di Siderno.
Introdotto dalla vicepresidente Anna Zappia e moderato dal giornalista Pino Albanese, l’incontro ha visto avvicendarsi, al tavolo dei relatori, il senatore Giuseppe Auddino, il consigliere regionale Giacomo Crinò, la sindaca di Siderno Mariateresa Fragomeni, il consigliere metropolitano e sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda e il sindaco di Roccella Ionica Vittorio Zito. Tutti, dal loro punto di vista e alla luce delle esperienze maturate, hanno evidenziato le criticità dell’impianto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dello stesso CIS, e nonostante la completezza degli interventi, a un certo punto la discussione ha risentito delle recenti polemiche seguite all’esclusione, da questa prima tranche di finanziamenti, dei progetti presentati dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria.“Per ciò che ci riguarda – ha commentato Sergi a nome dell’associazione da lui presieduta – rimaniamo dell’idea che così impostato il PNRR non poteva che sortire questi risultati, soprattutto in molti Comuni non attrezzati e con carenza di tecnici in grado di sviluppare progetti, anche se appare chiara la confusione della quale avevamo già evidenziato la pericolosità. Ne è venuto fuori – ha proseguito – un quadro generale dove ognuno è rimasto nel proprio ambito mentre mai come stavolta si sarebbe dovuto lavorare di concerto tra tutte le Istituzioni coinvolte. Non vogliamo cedere al complottismo ma di certo il Sud ne esce male, come al solito, e le motivazioni non possono ridursi alle faide politiche perché era dall’inizio che la politica e i politici calabresi avrebbero dovuto capire che così si rischiava di avere uno sviluppo a macchia di leopardo, nella migliore delle ipotesi, mentre ci sarebbe voluto un mega-progetto regionale che includesse un’idea di modello di Regione che comprendesse tutto ciò che in Calabria non c’è, come ferrovie all’altezza di un Paese europeo, aeroporti rilanciati e ben collegati, viabilità etc etc etc. E dopo questo disegno principale, questa idea di Regione, il coinvolgimento dei “territori”, che in definitiva sono niente altro che le Amministrazioni Comunali, in molti casi, ribadiamo, carenti di uffici tecnici e risorse umane in grado di progettare e gestire al meglio questa situazione favorevole. E per completare l’opera i tempi contingentati al massimo. Insomma, un mix “vincente” che – ha concluso – ci impedirà anche stavolta un qualsiasi sviluppo omogeneo”.