R. & P.
Con riferimento all’ordinanza della Presidente della Regione Calabria n.36 del 24 Aprile 2020, ci troviamo costretti ad utilizzare il mezzo stampa per manifestare innanzitutto la non sussistenza normativa dell’obbligo di comunicazione al SUAP delle attività di consegne a domicilio per gli operatori della ristorazione “ gli esercenti le attività di cui all’art. 1 lett. aa) del DPCM 10 aprile 2020, per le quali è consentita la consegna a domicilio, in proprio o per conto terzi – da effettuarsi con la sola modalità di prenotazione telefonica ovvero on line e nel rispetto delle norme igienico-sanitarie nelle diverse fasi di produzione, confezionamento, trasporto e consegna dei cibi – devono comunicare tale circostanza al SUAP del Comune competente, con le modalità già fissate dalle norme di settore)” in quanto la normativa del settore richiamata e la stessa modulistica presente sul Portale CalabriaSUAP ESCLUDONO CATEGORICAMENTE la necessità della comunicazione al SUAP competente della attività di consegna e della somministrazione a domicilio se queste sono connesse ad attività ristorative esistenti. La Regione Calabria, se proprio avesse voluto normare diversamente l’attività o realizzare un censimento straordinario, avrebbe potuto legittimamente prevedere una “deroga” erga omnes o l’invio di una semplice (e gratuita a differenza degli adempimenti richiesti) PEC ai SUAP competenti, ribadiamo per segnalare ciò che la stessa Regione ritiene non dovuto nelle stesse norme che oggi richiama.
In un periodo storico in cui gli operatori del settore sono già stremati dalle difficoltà generali, dalle disposizioni particolarmente penalizzanti sin dall’inizio della crisi, dalle incertezze sulle riaperture e soprattutto dall’enorme caos interpretativo e normativo scatenato dalle disposizioni territoriali spesso intempestive, improvvide, lacunose, in molti casi “sceriffesche” senza alcun appiglio giuridico, le donne e gli uomini del settore alimentare meriterebbero ben altro trattamento e maggiore considerazione.
Invece, ad ormai quasi due mesi dall’inizio della crisi, continuano ad accavallarsi ordinanze in piena notte alla vigilia di giorni festivi (con la quasi totale impossibilità a riorganizzarsi), pseudo campagne promozionali di dubbia efficacia, totale assenza di dialogo con le organizzazioni del settore, mancate risposte istituzionali a specifiche richieste PEC, totale assenza di un piano strategico, nemmeno preliminare, che possa permettere non solo una ripartenza adeguata alla sfida globale, ma anche una dignitosa esistenza quotidiana.
Tutto questo non è più accettabile perché non è per nulla giustificato dall’emergenza in corso e rivela invece evidente inadeguatezza o, forse peggio, evidente leggerezza amministrativa e politica.
Dott. Francesco Beraldi
Dott. Antonio Guerrieri
CLAAI CALABRIA – Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane
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