di Redazione
NEW YORK – Si chiama “Coliseum” l’ultimo lavoro discografico dell’artista bovalinese Bruno Panuzzo, presentato la scorsa settimana a New York, nell’ambito di un breve tour statunitense organizzato per promuovere l’album che comprende un’antologia dei brani più celebri della tradizione canora italiana più alcuni recenti inediti, composti dallo stesso cantautore locrideo e prodotti da Franco Poggiali a Firenze.
Nelle performance live rese nella immensa città statunitense, Panuzzo si è altresì cimentato nell’esecuzione di brani americani, instaurando un feeling immediato col pubblico presente, che ha apprezzato il ponte tra la melodia italiana e i ritmi a stelle e strisce che risentono delle influenze musicali legate al Blue’s. Tutto il repertorio ha messo in risalto il timbro vocale originale di Bruno Panuzzo, a tratti suadente, delicato e profondo, ma d’improvviso capace di elevarsi, mutando radicalmente in maniera impetuosa, con la voce dell’artista che “cambia rotta” e migra verso dinamiche possenti, dal sapore più aspro.
E il pubblico della “Grande Mela” ha apprezzato.
Anche quello di alcuni dei luoghi più iconici, come la storica libreria Rizzoli, da sessant’anni punto di riferimento della cultura italiana a New York, e l’immancabile “Central Park”, laddove, sul sito denominato “Strawberry Fields Memorial” (in omaggio alla celebre canzone dei Beatles), Panuzzo si è esibito insieme ad alcuni artisti locali proseguendo quell’attività di radicamento dei valori dei Quattro di Liverpool in Italia e nel Mondo, grazie alla collaborazione con l’Official Beatles Fab Club “Pepperland” e che ha toccato, nel mese di ottobre, la tappa sidernese con l’intitolazione a John Lennon del giardino della biblioteca comunale.
Una distanza quasi siderale quella tra Siderno e New York, che si è accorciata durante l’esecuzione di “Imagine” a cura di Bruno Panuzzo al Central Park, grazie al messaggio di amore universale insito nel brano.
La favola del percorso artistico di Bruno Panuzzo, dunque, prosegue. Iniziata negli anni ‘90, partendo dalla provincia calabrese con pochi mezzi ma tanta passione, strada facendo ha toccato anche alcune capitali europee, rendendolo un testimonial di quei valori tipici della provincia, e di quella calabrese in particolare, con l’umiltà e il garbo tipici di chi sa raccontare in maniera profonda e sensibile storie di vita vissuta.