di Adelina B. Scorda (Fotogallery “aggiornata” e Video di Enzo Lacopo)
BIANCO – “Torno da Angela con una forza inspiegabile, il dolore stasera ha fatto spazio all’amore e alla gratitudine” . Sono queste le parole rotte dalla commozione della madre di Angela Battaglia, la ragazza accoltellata a Bianco dall’ex fidanzato. Un fiume di persone si è riversato questa sera sulle strade di Bianco, la sua cittadina. Donne e uomini, molti, moltissimi i ragazzi e le ragazze presenti tutti uniti per dire con forza “No alla violenza sulle donne”.
Composto e silenzioso, colorato da decine di palloncini rosa il corteo partito dal lungomare di Bianco, lì davanti alla casa di Angela, ha raccontato i sentimenti di una comunità ferita. “Forza Angela” questo era il messaggio, il caloroso abbraccio che Bianco e non solo stasera voleva mandarle.
Numerose le istituzioni che si sono strette attorno alla famiglia Battaglia, sindaci, parlamentari, consiglieri regionali e provinciali, il vescovo Monsignor Francesco Oliva ma anche scuole come l’istituto d’istruzione superiore Francesco La Cava di Bovalino e l’istituto comprensivo M. Macrì di bianco.
Un pensiero, una proposta, accanto alla preghiera e al sostegno per Angela il ricordo di Mary Cirillo, uccisa barbaramente dal suo compagno un anno fa. Eccola la memoria, perché nessuno possa mai dimenticare, affinché tragedie come queste non continuino a ripetersi
Perché si comprenda che nella violenza di genere le donne sono solo le vittime conclusive di quello che lo stato di degrado sociale e culturale che colpisce l’uomo. “Dobbiamo fare qualcosa, è un nostro dovere, – ha detto la consigliera regionale Federica Roccisano, – per questo come regione possiamo e dobbiamo attivare nelle scuole dei percorsi di educazione di genere e di educazione alla non violenza. Ci faremo portavoce affinché le nuove generazioni possano essere educate al rispetto dell’atro diverso da me, affinché capiscano che l’amore e quello fatto di baci di carezze e di dialogo e che la violenza in ogni sua forma non può e non deve esistere”.
Quello che è accaduto ad Angela, non è un fatto estraneo, qualcosa che non ci riguarda; Angela è ogni moglie, fidanzata, amica, sorella, ogni donna che è vittima della violenza inaudita di un uomo. Angela, ce la farà vivrà, porterà addosso le ferite di quel terribile 9 dicembre, ma tornerà alla sua vita più forte di prima. Per moltissime donne non sarà così, troppi sono ancora i silenzi, la vergogna, la paura di essere giudicate, di ritrovarsi sole.
Sono 152 le donne che hanno subito violenza solo nel 2015, ma se allarghiamo il nostro panorama di lettura scopriamo che in Italia sono 6 milioni 788 mila le donne che nel corso della loro vita hanno subito violenza fisica o sessuale. Colpevoli di decidere, libere, ma vittime di una violenza che non è mai solo fisica, che colpisce dentro soggioga, in una società ancora fortemente maschilista, vittime di un retaggio culturale che stenta ad accertare il diverso. È questo che è accaduto ad Angela, ma lei “ha combattuto contro una bestia – racconta Paola la sorella – è stata salvata, se mio marito non l’avesse sentita e soccorsa le i non sarebbe qui con noi” e adesso Angela lotta con tutta se stessa, per tornale alla sua vita quella che Lui, voleva strapparle.
È importante dunque comprendere che la violenza di genere, “non è solo un mal amore – ha sottolineato nel suo intervento l’onorevole Enza Bruno Bossi – ma è una mancanza di rispetto verso l’altro diverso. Io come donna sono diversa dall’uomo e nella mia diversità voglio essere rispettata”. Delicate e aperte alla speranza le parole di monsignor Oliva, che ricorda come quella di stasera non vuole e non deve essere una manifestazione contro qualcuno, ma per qualcuno, per qualcosa.” Questa che ci è stata data – ha detto – è un’opportunità per riflettere sull’amore, sul malessere che affligge il cuore, non banalizziamo l’amore e fondiamo le nostre relazione sul reciproco rispetto”. Tra i presenti a sostegno di Angela e della sua Famiglia anche il sindaco di Gioia Tauro, Wanda Ferro e Jole Santelli coordinatrice Forza Italia.
La lettera di Giuseppe, il fratellino di Angela, precede di poco i saluti del sindaco Aldo Canturi che ha ribadito come Bianco abbia subito voluto dare una risposta forte dimostrando la propria vicinanza a “una famiglia che nella tragedia si è distinta per umiltà e disponibilità, che non si è chiusa nel suo dolore ma che ha aperto le braccia e il cuore a chiunque volesse tenderle una mano”
È dal 9 dicembre che Giuseppe non vede sua sorella, le manca, ma non può vederla, almeno per adesso. Scrive così nella sua lettera:”Cara Angela ti scrivo per ricordare i bei momenti vissuti insieme. Siamo riusciti a superare tanti momenti difficili e sono sicuro che supereremo anche questo. È solo un incubo e passerà presto. Non vedo l’ora di Riabbracciarti”.
Adesso volano i palloncini rosa, simbolo di libertà, forza e coraggio, volano verso il cielo con su scritto “Forza Angela”.