di Emanuela Alvaro
SIDERNO – A seguito delle non poche “difficoltà comunicative” di questo periodo, i membri del comitato “Riviera pulita” hanno sentito la necessità di ribadire la propria posizione rispetto alla risoluzione del problema del cattivo odore proveniente dall’impianto di separazioni rifiuti di Contrada Sa Leo.
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«Come comitato “Riviera pulita” stiamo monitorando al pari degli altri la situazione, dopo la querela siamo presenti e controlliamo che tutto proceda per raggiungere lo scopo ultimo, risolvere il problema del cattivo odore.
Ognuno a proprio modo stiamo cercando di fare questo, senza secondi fini o altro. Lo scorso lunedì – evidenziano – non abbiamo appoggiato la manifestazione di protesta all’impianto perché giorno 13 agosto, nel corso della riunione in Comune con i Commissari straordinari, i tecnici della Regione e di “Ecologia Oggi”, ci è stato chiesto del tempo, che noi abbiamo concesso, per ovviare ad al problema, nell’impianto dove, da oltre due anni, non viene fatta la giusta manutenzione. Ci è stato chiesto tempo per smaltire il materiale accumulato, così come ribadito il giorno della protesta. A quel punto presentarci lì come comitato non avrebbe avuto senso. Motivo per il quale c’eravamo, ma individualmente. Gli altri non hanno fiducia nei Commissari, noi gliela vogliamo dare».
Sottolineano come tutta la confusione e le polemiche sono state innescate a seguito del comunicato uscito a nome del comitato, ma da loro mai autorizzato nel quale si parlava di manifestazione violenta, frase per la quale sono stati anche sentiti dai Carabinieri.
«Nel corso della riunione in Comune abbiamo fatto presente che, secondo noi – proseguono – la notte succede qualcosa di strano, continuiamo infatti a non comprendere perché sempre ad un certo orario il cattivo odore aumenta. Motivo per il quale si è pensato di visionare i video, precedendo tutto con una formale richiesta a chi di competenza. Questo anche perché in una delle visite all’impianto, nell’ufficio dove sono posizionati i monitor, ci si è accorti che diverse telecamere di video sorveglianza dell’impianto risultano non attive».
In più passaggi, nello spiegare il lavoro che stanno portando avanti dopo la querela che, ovviamente, deve fare il proprio corso, rallentato dal periodo estivo, ribadiscono di non voler in alcun modo innescare polemiche con nessuno.
«Noi continuiamo a monitorare la situazione, andando per la nostra strada, il geologo che abbiamo contattato farà i suoi rilievi e si procederà con le analisi necessarie. Questo comporterà un’importante spesa per il comitato, un passaggio, però, necessario per compiere il quale chiediamo un aiuto. Per chi volesse iscriversi la quota, che servirà per le analisi, è di 2 euro. A maggior ragione che da tempo si chiama in causa l’Arpacal, la quale, però, è stata avvertita della necessità di un monitoraggio solo il giorno della protesta e mai prima».