di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Vuole vederci chiaro la Prefettura di Reggio Calabria che in questi mesi ha proseguito silente la sue indagini fino a decretare la disposizione per l’insediamento della commissione d’acceso antimanfia, presieduta dal viceprefetto Francesco Antonio Cappetta, al comune di Bovalino. Le ragioni che regolano l’insediamento della commissione vertono sulla necessità di per verificare eventuali infiltrazioni dei clan nella gestione dell’ente, o la loro influenza nel determinare un’alterazione del procedimento di formazione degli Organi elettivi.
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Un primo assaggio di quanto sarebbe potuto accadere lo si ebbe a gennaio, quando dall’informativa relativa all’operazione “Inganno” scaturirono i sodalizi fra politica e ‘ndrangheta all’alba delle nuove elezioni regionali e comunali e che portò tra gli altri all’arresto del sindaco di San Luca Sebastiano Giorgi e di Rosy Canale, simbolo dell’antimafia.
Le indagini, nello specifico, fanno riferimento alle amministrative del 2010, ai i rapporti intessuti in quei mesi di campagna elettorale con le famiglie locali. A emergere è soprattutto il rapporto fra “compari” di nuova e vecchia data che si intensificò, secondo gli inquirenti, a ridosso delle elezioni, fra candidati e “sostenitori”. Indagine che portarono sempre nel gennaio scorso, il consigliere di minoranza Domenico Savica, candidato a sindaco con la lista Ricominciare, a rassegnare le dimissioni.
Ma fra i nomi che appaiono nelle 1800 pagine di trascrizioni, ci sono anche quelli del sindaco di Bovalino, Tommaso Mittiga, e del presidente del consiglio Francesco Signati.
A rintracciarsi nei dialoghi captati nell’opera investigativa dei carabinieri anche alcune conversazioni intercorse fra l’attuale sindaco di Bovalino Mittiga e gli esponenti della famiglia Strangio alias “Terribile” e tra il consigliere di minoranza Domenico Savica con l’ex sindaco di San Luca Sebastiano Giorgi alla ricerca dell’appoggio elettorale sempre da parte dei Nirta “Terribile”. Inoltre, secondo l’analisi degli inquirenti i voti dei Nirta sarebbero successivamente confluiti verso la lista capeggiata da Mittiga a sostegno del medico Signati.
A quelle settimane concitate fra dichiarazioni, difese e dimissioni, seguono mesi di silenzio. La bufera giudiziaria che in un primo momento sembrò pronta a spazzare via il consiglio comunale e l’ombra della commissione d’accesso antimafia si credeva essere incombente, con il trascorrere delle settimane iniziò a non essere più così reale. Ma c’era da aspettarselo, gli intrecci evidenziati dalle indagini dell’arma non potevano limitarsi a essere solo trascritti in 1800 pagine.
Si dice, tuttavia, sereno il sindaco Mittiga, “Aspettiamo con fiducia l’esito dell’accertamento”. Tre mesi prorogabili per altri tre, sarà questo il tempo in cui la commissione d’accesso antimafia soggiornerà fra le carte del comune. “Come sindaco – ha proseguito Mittiga – ho esortato gli uffici alla massima collaborazione questo al fine di rendere più agevole l’attività di controllo degli atti che la commissione è tenuta a esercitare e dal quale sono sicuro si dimostrerà che questa amministrazione abbia sempre agito nella legalità, con estrema correttezza e con la massima trasparenza. Voglio aggiungere che la loro presenza ci conforta, perché sono certo che dal loro lavoro sarà dimostrato che questa amministrazione ha sempre agito nell’interesse della collettività”