di Redazione
SIDERNO – Nei giorni scorsi abbiamo dato la notizia dell’arrivo della nuova triade commissariale che deve gestire lo stato di dissesto del Comune di Siderno. I tre funzionari della prefettura di Reggio Calabria (Giovanni Barilà, Angela Teresa Sergi e Santo Marino), appena giunti a Siderno, si sono messi al lavoro, diramando l’avviso ai creditori che entro 60 giorni devono fare richiesta di essere ammessi allo stato passivo dell’ente.
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Fin qui tutto normale, in una situazione come quella di un Comune come Siderno che – clientela oggi, spreco domani – ha, soprattutto negli ultimi quindici anni, contribuito ad appesantire il proprio passivo anche ricorrendo alla nomina di staff che si sono spesso rivelati improduttivi, e di consulenze varie che non hanno reso i risultati attesi.
Chi non ricorda, infatti, i tre consulenti contabili di Bagnara dell’amministrazione Figliomeni, o il suo stesso staff (composto dall’ingegner Barranca e dal suo successore Ritorto); o come dimenticare, ad esempio, l’anno o giù di lì dell’amministrazione Ritorto, quando l’allora sindaco nominò nel proprio staff il suo amico personale ed ex consigliere comunale Antonio Trichilo?
Quanto basta, insomma, a comprendere come la storia di Siderno, quella recente, sia fatta anche di queste cose. Di spese evitabili, di incarichi a titolo oneroso anche quando non necessari.
Ma se prima del dissesto le nomine provenivano da un sindaco che per sua natura cerca il consenso, non è ammissibile che questo costume venga proseguito in regime di commissariamento. Pare, infatti, che la nuova triade – quella che sta gestendo il dissesto – abbia in animo di nominare un nuovo consulente per la parte fiscale.
E’ lecito chiedersi, a questo punto, se ce ne sia proprio bisogno, specie in un comune come quello di Siderno povero di risorse finanziarie, ma ricco di professionalità e risorse umane. Da cittadini sidernesi speriamo di no.